Piano di Sorrento, il racconto del lunedì del Prof. Ciro Ferrigno: “Carlo Amalfi, sacerdote e politico”

Piano di Sorrento. Riportiamo l’interessante racconto del lunedì del Prof. Ciro Ferrigno che oggi ci parla della figura di Carlo Amalfi, sacerdote e politico: «La fine del Regno delle Due Sicilie con l’Unità d’Italia, segnò l’inizio di un periodo difficile, pieno di incertezze, rimpianti, lotte e difficoltà di ogni genere. In quel momento storico risalta, in seno all’Amministrazione del Comune di Piano, la figura di un giovane sacerdote, Carlo Amalfi, personaggio autorevole e uomo di forti ideali patriottici, che fu il vero animatore dell’amministrazione cittadina fino alla sua morte. Morì giovane, nel 1876 (qualcuno ipotizza 1875), appena quarantatreenne, essendo nato, nella casa di famiglia in Via San Michele, nel 1833. È piuttosto insolito trovare nel panorama politico un sacerdote che oltre a curare le anime si occupi intensamente anche dell’amministrazione della cosa pubblica. Ma erano gli anni in cui un altro sacerdote carottese, il canonico Mariano Maresca, addirittura veniva eletto quale primo rappresentante del nostro Collegio al Parlamento che ancora aveva sede a Torino. Carlo Amalfi era un esponente di quella famiglia che ha dato al Paese uomini di grande levatura; basterebbe citare un altro Carlo, il pittore, figura di rilievo del Settecento napoletano, Nicola, attivo nella Repubblica Napoletana del 1799 e Gaetano, avvocato, scrittore e antropologo.
Carlo, uomo energico e pragmatico, apparteneva a quel cristianesimo liberale, favorevole al processo di unificazione dell’Italia e certo ebbe un coraggio da leone e la capacità di vedere oltre il suo tempo che si nutriva di anticlericalismo e di spoliazioni dei beni della Chiesa. Nel 1870 ci fu la conquista di Roma, dopo la breccia di Porta Pia, e la proclamazione a Capitale d’Italia.
Don Carlo capiva che poteva essere vicino al popolo nello svolgimento del ministero sacerdotale, anche stando dentro la politica. Fu quasi sempre assessore, attento alle tradizioni marinare locali, tanto che si adoperò per trasformare la Scuola Nautica in Istituto Regio di Marina Mercantile e si batté non poco perché la scuola rimanesse a Piano e non fosse trasferita a Napoli, come era stato deciso. Nel numero di Avvenire del 31 maggio 1867 indirizzò una lettera al Direttore sul tema dell’Industria Navale della penisola Sorrentina. Capiva e sosteneva che qualunque amministrazione per essere vicina alla gente deve conoscerne la storia, incoraggiare le iniziative imprenditoriali e seguire le inclinazioni e la vocazione che è parte della sua vita. L’Amalfi vedeva nel destino dei concittadini il mare, come retaggio del tempo passato, e prospettiva di crescita per il futuro.
Uomo intelligente, cordiale, perspicace, ebbe legami politici con Giacomo De Martino Consigliere provinciale e fu legato da grande amicizia ad un altro uomo politico importante, il senatore Tito Cacace. Questi, napoletano, era avvocato con specializzazione nelle discipline marittime e presidente dell’Ordine degli avvocati e del Banco di Napoli. Era uomo d’una onestà a tutta prova e di una singolare perizia amministrativa, Senatore dal 13 marzo 1864. Don Carlo coltivava queste amicizie influenti, non per il proprio tornaconto, ma per favorire la comunità carottese. Fu proprio il Cacace, parente di don Camillo del famoso palazzo, a tessere il solenne elogio funebre, quando il Nostro morì prematuramente, nel generale cordoglio popolare».

Piano di Sorrento, il racconto del lunedì del Prof. Ciro Ferrigno: “Carlo Amalfi, sacerdote e politico”

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