Piano di Sorrento, il più antico strumento musicale a corde del mondo custodito nel museo “Georges Vallet”

Piano di Sorrento. Il museo “Georges Vallet” rappresenta il fiore all’occhiello non solo di Piano di Sorrento ma di tutta la Campania grazie alla ricchezza e preziosità dei reperti custoditi che rappresentano una testimonianza storica di indubbio valore. Tra gli oggetti presenti nel museo carottese anche un cordofono, il più antico strumento musicale a corde del mondo. Ne parla Giacomo Giuliano in un interessante intervento pubblicato sulla sua pagina Facebook: «Il territorio di Piano di Sorrento è una miniera di straordinari reperti archeologici che destano meraviglia e che nascondono alcuni misteri poco approfonditi e davvero interessanti, per una ricostruzione storica di quello che probabilmente fu il primo insediamento antropico nella nostra Penisola. Tanti reperti erano ancora da restaurare e catalogare, rimanendo per anni nei laboratori e nei depositi del museo, in attesa di uno “stupore” dei visitatori, e sono stati finalmente portati in mostra con progetti mirati in uno con il Polo Museale, ad esempio, anfore ed ancore antiche, ed una collezione privata. Ma un approfondimento speciale ha meritato lo straordinario “ospite” misterioso del nostro Museo Archeologico: quello che una volta era erroneamente definito il vaso della Trinità a guscio di noce dell’età del Rame. Il manufatto, a prima vista, sembra una specie di barca in miniatura, la metà di un guscio di noce dalla forma allungata con dei piccoli fori che ne percorrono i bordi. Con una serie di importanti intuizioni archeologiche, come quelle di Stefano De Caro, si è giunti a stabilire che avevamo a che fare con la cassa di risonanza di un particolare strumento musicale. Dunque, questo misterioso oggetto che ammiriamo nel nostro Museo di Piano di Sorrento, e rinvenuto nella necropoli di Trinità, sarebbe lo strumento a corde più antico al mondo (risalente alla civiltà del Gaudo, e dunque al terzo millennio a.-C.-). Nel Museo, oggi, da pochi giorni, possiamo finalmente ammirare la ricostruzione del nostro cordofono, realizzata presso l’Università di Roma su commissione del Comune di Piano di Sorrento, di cui è stato possibile addirittura sperimentare il suono insieme alla Prof.ssa Cecilia Conati, ed agli archeologi Giovanni Carboni e Martina Nicole Cerri. Ma oggi, dopo una visita al Museo Archeologico di Stabiae presso la Reggia di Quisisana, un altro colpo di scena…scopriamo uno straordinario dipinto di Venere, che suona proprio uno strumento a corde tipo lyra, di cui è chiarissima la forma della cassa di risonanza, esattamente identica a quella custodita nel nostro museo. Ed è grandioso avere un’altra prova del fatto che il più antico liutaio della storia vivesse in una grotta di Carotto, vicino al fiume del Formiello, e pizzicava le corde leggere del più antico strumento musicale a corde mai rinvenuto, che doveva avere un suono simile alla lira, col sottofondo dei soli suoni della natura, fra il vento di Vico Alvano e il mare delle sirene».

 

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