Non si trovano dipendenti nel comparto del turismo, molti fanno gli operai

Luigi Roano
«Abbiamo messo in campo una borsa lavoro. Il Comune è iscritto all’albo delle agenzie di settore e può svolgere questa funzione di intermediazione: ci mancano soprattutto operatori nel settore turistico». A parlare è l’assessora al Lavoro Chiara Marciani e l’iniziativa è in collaborazione con la Prefettura retta da Claudio Palomba. La sostanza è che c’è il boom di turisti, ma il risvolto della medaglia è che manca personale per questo settore. I cosiddetti stagionali o sono già tutti occupati oppure in tanti hanno deciso di godersi il reddito di cittadinanza e starsene in questa estate caldissima sulla spiaggia o in montagna a riflettere sul futuro. Ma per loro potrebbe presto cambiare lo scenario: se i profili utili si trovassero nelle fila di chi percepisce il Reddito e il Centro per l’impiego oppure il Comune li chiamasse, verrebbero messi di fronte alla scelta o di lavorare o di perdere anche il reddito. La pacchia potrebbe finire. Ma procediamo con ordine. La sostanza è che Napoli che già deve farsi perdonare alcune carenze sull’accoglienza – la città non brilla per pulizia e nemmeno per i trasporti – rischia di venire meno anche nel settore privato dove dai cuochi ai piazzaioli passando per i camerieri e i bagnini si riscontra una preoccupante carenza. Come ovviare? L’iniziativa punta a costruire una rete per incrociare domanda e offerta di figure professionali in collaborazione con le associazioni di categoria. Il tavolo in Prefettura è già stato costituito e ci sono state delle riunioni. Al tavolo con Comune e Prefettura siedono i rappresentanti delle associazioni datoriali Confcommercio, Confesercenti, Unione degli Industriali e Anpal Servizi (la società in house del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che opera nel campo delle politiche attive del lavoro) dove si è discusso «delle criticità dell’offerta di lavoro nel settore turistico-alberghiero dove mancano oltre 6mila unità. Manca personale negli alberghi, b&b, ristoranti, stabilimenti balneari e tutto quello che sta dentro alla filiera del turismo». Il paradosso è che nella capitale della disoccupazione in generale, e giovanile in particolare, nella capitale dei percettori del Reddito a Cinque stelle, c’è il lavoro ma nessuno lo vuole. A chi risponderà presente e non diserterà l’offerta di lavoro saranno garantiti «la formazione e percorsi didattici». L’assessore chiarisce ancora: «La disponibilità a favorire l’avvicinamento al mondo del lavoro specialmente dei soggetti fragili e svantaggiati, attingendo da tutti i canali formali quali i centri per l’impiego, le agenzie per il lavoro, le scuole, le università ed il servizio sociale professionale». E puntualizza: «Ricordo, a tal proposito, che il Comune è autorizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a svolgere attività di intermediazione. In ogni caso massimo deve essere lo sforzo collettivo per la diffusione della cultura del lavoro regolare e della coscienza dei diritti del lavoro. L’obiettivo della cabina di regia è dare una risposta concreta al settore turistico favorendo al contempo serie opportunità lavorative». Al riguardo sotto i riflettori ci sono i diplomandi – per esempio – negli istituti alberghieri. Dove le risposte sembrano essere positive. Tuttavia difficilmente si riuscirà a colmare il gap di 6mila unità. Tant’è il Tavolo resterà operativo e a Napoli il turismo ormai va verso la destagionalizzazione.
I NUMERI
Il boom turistico lo descrive l’assessora competente Teresa Armato che all’atto della nomina con lungimiranza disse che il sindaco Gaetano Manfredi «mi ha affidato l’oro di Napoli».
Questi i numeri diffusi da Armato: «Napoli attrae sempre più turisti: dopo il boom di presenze già dal primo weekend di maggio, quando in città si sono contate oltre 97mila presenze, si registra un trend in crescita visti i 110mila visitatori in città in questi giorni, con un incremento anche di notti trascorse nelle strutture ricettive. Napoli piace e ne beneficia sinergicamente l’intero indotto». I dati diffusi dalle associazioni di categoria in riferimento agli incassi della filiera raccontano di 35 milioni piovuti in città. E come proprio ad aprile e maggio emerse da una inchiesta de Il Mattino, non è un turismo mordi e fuggi: le strutture ricettive registrano ora lunghe permanenze anche di 4 notti rispetto alle 2,7 del 2019. E anche l’età dei turisti si è abbassata: sempre più giovani affollano musei e luoghi d’arte. «Per rendere il settore sempre più strategico – conclude Armato – nel nuovo bilancio di previsione abbiamo mantenuto l’impegno di investire il 30% della tassa di soggiorno per il turismo, 3 milioni e 600mila euro».

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