Meta, Domenico Lusciano: “Io resto il cittadino prestato alle istituzioni”

Meta, Domenico Lusciano: “Io resto il cittadino prestato alle istituzioni”. Riportiamo di seguito le parole di Domenico Lusciano, consigliere di opposizione di Meta, in Penisola Sorrentina:

C’era un tempo in cui i politici sbagliavano, rovesciavano la volontà del popolo e andavano ad Hammamet per eludere un giudizio, la giustificazione era “tutti facevano cosi”.
Poi c’è stato un tempo in cui l’errore del politico veniva trasferito a chi aveva titolo per giudicare e decidere della sua sorte. Abbiamo digerito e normalizzato, quindi, l’idea che ci si può “difendere dal processo e non nel processo”.
Ora siamo alla fase tre: ci si propone come novità assoluta, si contesta chi non si adegua al nuovo corso e poi si indossa la maglia del vecchio, vecchissimo modo di far politica. Si è passati dal contestare chi decideva di indossare una casacca diversa, al “cucire una casacca”, nuova, nuova e provare convincerci che tutto è normale così.
Il movimento 5 stelle è nato come movimento popolare, antisistema e anticasta e con Di Maio è diventato via via, una robusta stampella del sistema e della casta. Il ciclo è completo. Da movimento popolare a partito padronale? Per dirla alla Orwell, alla fine i maiali camminarono su due zampe e brindarono alla prosperità della fattoria Padronale.
Io, cari amici, resto “il cittadino prestato alle istituzioni”. Sono un insegnante e dedico tutto il tempo che mi rimane dal lavoro alla politica del confronto, del dibattito e dell’inclusione. Non mi sentirò mai parte di una casta e per quello che mi sarà possibile, combatterò sempre chi intende la politica come un privilegio che si è guadagnato per “aver fatto fessi” gli elettori e non come obbligo morale verso chi ha ritenuto di dargli fiducia.
Il mondo cambia, da insegnante di liceo lo noto negli occhi dei miei studenti, la società è in una rapida trasformazione ma i pilastri del buon senso non possono crollare, rischierebbero di crollare le fondamenta della nostra società e su questi insisto sempre nelle mie lezioni.
Se entro in una chiesa e chiedo di inginocchiarmi verso la mecca, non sto offendendo i fedeli presenti o il parroco ma il motivo stesso per cui sono entrato in quell’edificio di culto, la mia fede e me stesso! La coerenza, rara in politica, risplende “come un orecchino di perla sulla guancia di un etiope”, non si può non vederla. Credo che il M5S 2050 sia un progetto politico coerente con le sue origini e tenendo le debite distanze dall’idea originale, che non può non portare evidenti segni del tempo trascorso, rimane incentrata sul costante dialogo con i cittadini. I cittadini lo capiranno, anche se sono disorientati in questo momento.
Se non mi fossi candidato con il M5S non sarei stato eletto in consiglio comunale, è inutile nasconderlo. Ma se Luigi non si fosse candidato con il M5S, sarebbe stato eletto vicepresidente della camera cosi giovane? Sarebbe diventato ministro e punto di riferimento nella scena politica cosi velocemente?
Io ribadisco la mia appartenenza al progetto politico che mi fece intendere e intravedere un diverso, nuovo e futuristico modo di far politica: “la democrazia diretta” (ancora troppo lontana ma decisamente nella direzione opposta a quella che ha intrapreso Luigi Di Maio); la partecipazione diffusa dei cittadini alla vita politica; i due mandati elettorali, la restituzione di parte dei soldi per le cariche più importanti e non ultimi, la cura per l’ambiente, la possibilità di contribuire ciascuno per le proprie competenze, al benessere delle città e del nostro paese.
Se continuiamo a credere che un diverso modo di far politica è possibile spostando l’asse più verso i cittadini che verso gli apparati di potere ancora troppo vivi e presenti nel nostro parlamento, se scegliamo di fare più attivismo politico e meno salotti e riunioni nelle stanze che contano, se guardiamo più verso il basso che verso l’estero, se continuiamo a mettere il cuore e guardare i cittadini negli occhi senza il timore dei loro giudizi forse “politica pulita” non sarà più un ossimoro.
Il M5S è morto? Viva il M5S!

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