La Costiera Amalfitana é davvero la Ferrari del turismo italiano?

C’è chi ha definito la Costiera Amalfitana come la “Ferrari” del turismo italiano, ma siamo proprio sicuri che data la situazione del caos traffico sulla statale, il cavallino purosangue riesca a sfrecciare alla velocità che merita?

Aimè temo che in realtà non possa nemmeno andare al trotto, al massimo può procedere alla velocità del buon somarello… quel famoso ciuco, simbolo tipico dell’artigianato locale, e non a caso!

Che tipo di mobilità alternativa è stata già attuata in costiera, e perché i turisti sono letteralmente scandalizzati dal traffico quando vengono qui in vacanza?

Tutti abbiamo la percezione che siano troppe le auto, gli scooter, le moto e gli autobus, infatti percorrere la costiera da un lato all’altro é quasi impossibile in estate, prim’ancora che snervante.

La realtà è che l’Anas, sotto la pressione dei tredici sindaci locali, continua vergognosamente a nicchiare,  nel normare una volta per tutte che la SS163 come dimensionalmente “inidonea”, ad accogliere bus di qualunque grandezza e la marea di autoveicoli attualmente in circolazione nei periodi festivi ed in estate, che mina pericolosamente la sicurezza dell’ambiente e della vivibilità delle comunità.

A fronte di questa realtà, l’Ordinanza per la limitazione della circolazione veicolare sulla statale ai bus più grandi, e le targhe alterne durante i fine settimana ed i festivi, costituisce una debole toppa che ormai non riesce più nemmeno a camuffare questa scomoda situazione, ma solo a procastinare una disfatta turistico-ambientale lenta e dolorosa.

I bus in qualunque tratto della SS163 in entrambi i sensi di marcia, andrebbero bloccati del tutto, a favore di tipologie di mobilità diversa.

Ma soprattutto andrebbero attuate modalità alternative al turismo dei gruppi, delle gite fuori porta e dei tour settimanali low-cost, che svendono la costiera, inserendola tra le attrazioni irrinunciabili “da vedere almeno una volta nella vita”, in toccata e fuga giornaliera.

Tutti i grandi veicoli su questa strada stretta e tortuosa, creano caos, inquinamento dell’aria, occupazione invasiva degli esigui spazi pubblici aperti, danni statici ai fabbricati ed ai costoni franosi, ed in generale un pericolo per la sicurezza di persone.

L’azienda del trasporto pubblico locale in primis, dovrebbe prenderne atto e dotarsi di nuovi mezzi più snelli, di stazza più adeguata alla larghezza limitata disponibile.

Un sito patrimonio mondiale dell’umanità come questo, dovrebbe essere oggetto di un  ammodernamento “accurato” e, più che programmare tunnel anacronistici, dovrebbe puntare ad una mobilità alternativa più sostenibile, incentrata soprattutto sui collegamenti meccanizzati.

Tra la parte alta e la fascia costiera soprattutto, l’obiettivo da perseguire dovrebbe essere quello di offrire un’alternativa all’uso dell’auto privata, causa di ingorghi e disagi, anche per la penuria di parcheggi per i visitatori, ma anche per i residenti.

Incentivare il trasporto pubblico, via terra e via mare, rendendolo più efficiente ma anche più accogliente: con fermate che siano dei gradevoli “belvedere”, protetti dal sole ardente o dalla pioggia battente, con adeguate sedute ed erogatori di biglietti, affinché la sosta necessaria, da sofferenza attuale, si tramuti per gli utenti in una piacevole esperienza di viaggio.

Tornando al simpatico ciuchino, non ci resta che confidare nell’antico e saggio proverbio:

Chi va piano, va sano e va lontano!

Articolo di Beta per Positanonews

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