Barche tra Positano, Nerano e Punta Campanella senza controlli: ecco come distruggono l’ambiente

La vacanza in barca o nave è il settore in crescita più rapidamente nell’ultimo decennio, soprattutto se si parla di crociere che ogni anno trasportano decine di milioni di passeggeri nel mondo. Oltre l’inquinamento delle sostanze chimiche che si producono a terra, quello della navigazione è il modello di vacanza che inquina di più in assoluto, con un’elevatissima incidenza nella produzione totale di CO2 del settore turistico, e che è colpevole della distruzione dei sistemi marini. Centinaia di barche solcano ogni giorno i mari della costiera amalfitana e sorrentina, portando si un afflusso turistico notevole, ma altrettanto inquinamento tra le acque di Positano, Nerano e l’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Una vera e propria oasi, quest’ultima, che pullula di specie marine per l’appunto protette. Le emissioni dei motori delle navi includono ossidi di azoto, ossidi di zolfo, anidride carbonica e polveri sottili. Gli scienziati stimano che entro il 2030, l’inquinamento atmosferico dovuto alle imbarcazioni oceaniche nelle acque statunitensi, ad esempio, aumenterà dal 100 al 200 per cento.

anche Serena Pane Grande Onda ne parla

È questo il modello di turismo che vogliamo?
Si parla di ecosostenibilità, transizione ecologica, green economy, bandiere blu.
Eppure, come per la viabilità, anche il nostro mare è invaso: imbarcazioni private, a noleggio, charter sono ormai i padroni indiscussi.
Se ingrandite la foto vedrete le centinaia di barche che hanno invaso oggi la baia di Marina del Cantone, una delle più belle della penisola, zona C di riserva parziale dell’Amp Punta Campanella.
Do per scontato che sia tutto lecito ma mi chiedo: quanto potrà durare questo modello di sviluppo senza compromettere irreversibilmente il nostro territorio?
Come dice l’amico Raffaele Attardi: “La Terra è l’ultimo dei poveri.”

A proposito non è Ferragosto, siamo solo al 26 giugno

 

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