Vico Equense, lavori abusivi al Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Faito. Denunciato il parroco

Nel Comune di Vico Equense, in località Monte Faito, presso il Santuario di San Michele Arcangelo da anni sono in corso d’opera lavori edili di restauro e risanamento conservativo del santuario, a cura dell’Ente Santuario San Michele Arcangelo commissionati dal Sacerdote Catello Malafronte dell’Arcidiocesi Sorrento-Castellammare di Stabia.
Alcuni lavori sono stati finanziati dalla Regione Campania e finalizzati alla riqualificazione ai fini del recupero e messa in sicurezza dei Santuari della Campania di cui alla DGRC n. 291 del 15/05/2018.
La ristrutturazione dello storico Santuario, che nel corso degli anni passati ha subito vari rimaneggiamenti con evidenti superfetazioni ed aumenti di volume (foresteria, ristorante, ecc.) ha comportato, tra l’altro, la realizzazione di un ascensore e la creazione di un camminamento ex novo alle spalle della chiesa tramite alzamento delle quote della roccia, riporto di materiali e cementificazione di alcune decine di metri di tracciato che ha inglobato anche il colletto del tronco di un ontano (Alnus cordata).
Inoltre alle spalle del piazzale di sosta, assieme ad un cumulo di pietre rovinosamente depositato oltre la recinzione, è stata documentata nella scarpata sottostante la presenza di una serie di materiali edili sversati.
L’area in questione è sottoposta a numerosi vincoli: ricade nell’ambito di efficacia del P.U.T. per l’Area Sorrentino-Amalfitana statuito con la L.R. n. 35/87, è all’interno della zona B del Parco Regionale dei Monti Lattari, rientra in area SIC “Dorsale dei Monti Lattari” (cod. IT 8030008) e in area classificata dall’Autorità di Bacino (tav. 466102) a rischio frana R2, mentre la scarpata sottostante è classificata a rischio frana R3.
Su segnalazione del WWF Terre del Tirreno gli uomini della Stazione Carabinieri Forestale di Castellamare di Stabia hanno proceduto all’accertamento delle violazioni denunciando il committente delle opere, Sacerdote Catello Malafronte, per violazione di norme paesaggistiche eseguite tra l’altro in area demaniale e all’interno di un Sito di Interesse Comunitario.
“Dispiace constatare – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirrenocome, ancora una volta, chi dovrebbe fare del rispetto del Creato la sua missione risulti responsabile di un ab-uso della Natura, ovvero di quello stesso Creato che il Sommo Pontefice invita ad amare, proteggere e rispettare. Sempre sul Faito, tempo fa, il WWF aveva tentato, senza riuscirvi, di salvare dalle motoseghe uno stupendo e grosso esemplare di Pino nero impalcato a candelabro, condannato a morte su richiesta del sacerdote che ne temeva il crollo”.

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