Lettere da Piano di Sorrento – Pronto: parlo con la Mafia?

LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
“PRONTO: PARLO CON LA MAFIA?”

Questa espressione: “Pronto: parlo con la Mafia?” Non è soltanto provocatoria, perché può trovare fondamento nella recente sentenza sulla trattativa Stato/mafia che ha visto l’assoluzione di Dell’Utri e di altri nel processo.
Confesso di non aver letto le motivazioni della sentenza, e mi riservo di tornare sull’argomento.
Quel che preoccupa, allo stato, è che la notizia è rimbalzata a destra e a manca ed ha fatto bene a certa parte della politica, sciogliendo dubbi su chi ne era coinvolto.
Siamo sempre alle solite perché sul verificarsi di certi eventi insoliti ed inaspettati il popolino può essere strumentalizzato da chi ha interesse a farlo.
Delinquenti che vengono assolti e tornano in mezzo a noi, provvedimenti a favore del singolo e non del collettivo, latitanza di provvedimenti necessari, sono fatti che lasciano il segno, e non è cosa semplice farli capire nel giusto senso.
Il bello del bello è proprio questo: gran parte dei provvedimenti, promossi dalla politica, e legislativamente prodotti, finiscono per essere utilizzati dalla mafia, oramai ben inserita nel nostro territorio, vanificando i benefici che andrebbero distribuiti ai cittadini bisognosi. Un esempio si è verificato con il reddito di cittadinanza. E ne potremmo citare tanti altri. Il problema di fondo, che ho espresso in altri miei interventi, è che la mafia, nel nostro paese, è una vera endemia.
L’impegno di Draghi, e di altri politici seri, il lavoro seriamente operativo di parlamentari viene ad essere annullato dal sotterraneo movimento delle mafie: truffe, imbrogli, con conseguente scoperta di focolai di clan che si avvicendano sul nostro territorio. In definitiva la domanda è questa: come si può progredire, “crescere”, parola che piace alla politica, se esiste l’irrisolto problema mafioso. Diventa pertanto insufficiente colpire la fase terminale del fenomeno, cioè dei clan che spadroneggiano, con arresti e condanne, perché occorre modificare il metodo, il sistema mafioso, di cui tutti noi, direttamente o indirettamente, siamo fautori.

avv. Augusto Maresca

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