Il primo maggio per tradizione si mangiano le “chioppe” di fichi. Ecco perché

La tradizione vuole che il primo maggio si mangino le “chioppe” di fichi, ovvero i fichi secchi accoppiati con all’interno una mandorla. Si preparano a settembre e si conservano poi in vasetti di vetro da tirar fuori durante l’inverno per poterli gustare. Ma il primo maggio, come si diceva, si racconta che prima di uscire di casa si mangiava una “chioppa” per non farsi mangiare dal “ciuccio”.
Ecco la leggenda legata a questa particolare tradizione:
C’era una volta un ricchissimo proprietario di terreni, case, cavalli e ogni avere. Costui però era senza cuore verso tutti i suoi coloni e soprattutto avaro.
Possedeva anche un asino che a causa della sua avarizia aveva ridotto pelle e ossa perché non gli dava da mangiare sufficientemente. Nei suoi trasferimenti da un podere all’altro cavalcandolo lo picchiava a sangue e l’asinello era ridotto veramente male e privo di forze.
Padrone e asino intervallavano il lavoro e riposo sotto due rigogliosi alberi, uno di fico e uno di mandorlo, vicinissimi fra loro. Un giorno di primavera il padrone seduto al fresco sotto questi due alberi stava mangiando mostrando il pane col formaggio e le fave che assaporava al povero asinello. Questo invece gli stava vicino a digiuno rotolandosi per terra su se stesso per la fame. A un tratto preso da improvviso raptus allungò il muso mordendo alla mano il suo padrone e staccandogli due dita della mano.
Era il primo maggio di tantissimi anni fa. Il povero asinello morì di stenti e di fame nel successivo autunno (stagione in cui i frutti del fico e dei mandorli nelle nostre terre si accoppiano fra loro e si infornano per creare una stupenda frutta secca da gustare fino all’arrivo della successiva stagione calda).
Fu così che tutti i coloni ed il padrone tardivamente pentitosi decisero per scaramanzia e per dispiacere di mangiare ogni primo maggio di ogni anno dei fichi secchi con le mandorle.

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