Ddl concorrenza, dai canoni alla direttiva Bolkestein

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Indennizzi, scadenze e durata delle concessioni: se il dibattito politico è in queste ore più acceso che mai sul Ddl concorrenza, non sono meno infuocati gli animi degli operatori balneari che, dopo anni di investimenti e sacrifici, sono terrorizzati all’idea di trovarsi improvvisamente a mani vuote. La spada di Damocle della Bolkestein e l’avvio per le procedure di gara per la ridiscussione delle concessioni fanno paura a chi ha investito migliaia o milioni di euro in attività che molto spesso sono a conduzione familiare.
LE VOCI
«Stiamo aspettando una legge quadro che faccia finalmente chiarezza spiega Alfonso Amoroso, presidente provinciale Sib, sindacato italiano balneari Solo la politica può risolvere questa questione spinosissima e farci uscire dal vicolo cieco. La direttiva Bolkestein prevede per le nostre attività delle gare, considerandoci concessionari di servizi, mentre noi siamo concessionari di beni su cui realizziamo servizi che è cosa ben diversa. La diatriba va avanti da tempo e la magistratura ci ha messo lo zampino con una serie di sentenze contraddittorie. Nel frattempo, nessuno si è preoccupato di individuare dei criteri». Prima del 2006 le concessioni venivano rilasciate dall’allora Marina mercantile per conto dello Stato e si rinnovavano automaticamente. Poi il cambio di scena, a cui non si è dato di fatto seguito procedendo nell’incertezza di proroghe su proroghe. «Oggi continua Amoroso Siamo aziende senza futuro. Che cosa accadrà? Saremo rimborsati? Avremo delle agevolazioni? Un diritto di prelazione? Tutte domande che continuano a restare senza uno straccio di risposta». Alfredo Serritiello dei Bagni Miramare è tranchant: «Siamo governati da incapaci che stanno vendendo l’Italia a pezzi sbotta Adesso sta toccando a noi, ma presto questa politica scellerata andrà a colpire altre categorie. Non investiamo più un euro nelle nostre strutture, perché in questa situazione di incertezza nessuno può più consentirselo. Pago 8mila euro di Imu l’anno, i canoni, ho ristrutturato tutto con i miei soldi e ora rischio di essere cacciato fuori dalla mia attività. Ma come si può ipotizzare uno scempio del genere? Certo, è già accaduto in Grecia, dove ormai porti e spiagge sono appannaggio di russi e tedeschi. Evidentemente il gioco è questo: ridurci nelle loro stesse condizioni».
LA BATTAGLIA
A nulla sono servite le proteste a Roma. Ma i balneari non sono intenzionati a mollare: «Metterò piede fuori da qui solo quando sarò morto tuona Mauro Pagliuca di La Conchiglia Prima facevo tutt’altro lavoro, poi ho venduto tutto per questa struttura che era un rottame. Ho seguito tutto l’iter, le concessioni, le licenze al Comune e ho ricostruito da zero il mio stabilimento investendo ben due milioni di euro. Ora mi sento dire: non è più il tuo». In queste ore si parla di una buonuscita, ma sono spiccioli rispetto agli investimenti fatti negli anni: «Che ci faccio con poche centinaia di migliaia di euro quando ho speso due milioni? Come vivrà la mia famiglia, mia moglie e i miei due figli, che hanno investito il loro futuro in questo lido? Se il problema sono i canoni, aumentateli, ma non metteteci spalle al muro. Una cosa è certa: faremo ferro e fuoco perché non consentiremo a questi incapaci che sono al governo di rovinarci». Sul tema è intervenuto anche il deputato del Pd Piero De Luca. «Non ci sono forze politiche che hanno più a cuore di altre la sorte delle migliaia di aziende soprattutto familiari che insistono sulle coste del nostro Paese. Noi però abbiamo lavorato per dare una sicurezza a questi operatori. Invitiamo tutte le forze politiche a sostenere la proposta che i relatori di maggioranza del Pd e della Lega hanno approvato e stanno definendo al Senato, evitando strappi, giochi al rialzo. Non possiamo permetterci il lusso di rallentare l’approvazione del Pnrr bloccato ad oggi per la mancata approvazione del Ddl Concorrenza». Intanto è polemica sui social, come ogni estate, per la staccionata che è comparsa per dividere la spiaggia libera da quella dell’hotel Baia.

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