Con Sergio Cammariere “La fine di tutti i guai”

Stasera alle ore 21 il musicista crotonese chiuderà la XII edizione del Festival Jazz&Pop del Conservatorio “G.Martucci”. Figura di sintesi per le due anime della rassegna si presenterà con Daniele Tittarelli al sax soprano, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria

Di Olga Chieffi

Gran finale, questa sera, alle ore 21, sul palcoscenico del teatro Augusteo per la XII edizione del Festival Jazz&Pop del Conservatorio “G.Martucci”. Dopo le prime due giornate con le voci soul e il caratterizzante relaxin’ latin delle vocalist d’ eccezione Noreda Graves e Rosalia de Souza, il sigillo sul cartellone verrà posto da un musicista che può considerarsi sintesi della doppia anima di questo festival, Sergio Cammariere. Il cantautore crotonese si presenterà al pubblico salernitano nella sua formazione d’elezione, il quartetto, composto da Daniele Tittarelli al sax soprano, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria, per un concerto che riproporrà al pubblico salernitano, non solo i brani più amati del cantautore calabrese ma anche nuove creazioni, frutto di una ricerca musicale in continua evoluzione assieme ai pezzi dell’ultimo lavoro discografico dal titolo “La Fine di tutti i guai”. La sua musica d’autore e il suo pianismo ricercato regaleranno alla platea un forte piacere emozionale, un viaggio coinvolgente nelle sonorità più raffinate e intense in cui Cammariere esprime una forte personalità, tra note jazz, ritmo e canzoni. Una serata particolare questa, adatta ritrovare il gusto della grande musica e avventurarsi con l’artista in percorsi di suono senza limiti e senza tempo. Lo scorso marzo, il musicista ha pubblicato il libro “Libero nell’aria”, romanzo autobiografico edito da Rizzoli, e a seguire, il suo undicesimo album “Piano nudo”, il suo secondo interamente strumentale dopo “Piano” del 2017. Diciotto brani di solo pianoforte in cui Cammariere col suo fraseggio ricercato in stile modern jazz si muove tra sogno e istinto, spogliando la musica dalle parole e alternando melodie e momenti di improvvisazione.

Nella scena musicale nazionale Sergio Cammariere è una figura decisamente atipica per il sommarsi, nel suo profilo artistico, di molti talenti: raffinato songwriter, interprete di rara intensità espressiva, pianista dal tocco elegante, compositore di colonne sonore per cinema e teatro. Cammariere è perfettamente a suo agio tra canzone d’autore e jazz, ma pure tra ritmi brasiliani e musica classica. E soprattutto, dimostra una innata predisposizione sia per la scrittura che per l’improvvisazione. Una figura di artista troppo complessa per “costringerla” tra i paletti dei generi codificati. Questa sera Sergio Cammariere presenterà i suoi successi più amati insieme alle canzoni più recenti contenute nel disco “La fine di tutti i guai”, donandoci anche qualche chicca di “Piano Nudo”. La sua storia musicale ultratrentennale, che l’ha portato dalle assi polverose di una parrocchia di Crotone al palco del Festival di Sanremo, sempre con la stessa passione per la musica e lo stesso desiderio di libertà, è un cammino che – in un avvicendarsi di occasioni di ispirazione, ostacoli e incontri fecondi – ha portato alla formazione di uno degli artisti più originali, talentuosi e sensibili del nostro tempo. Il jazz sta sempre lì, nei suoni, nelle atmosfere e nei colori che caratterizzano questa manciata di canzoni, negli arrangiamenti sempre complessi e raffinati. “La fine di tutti i guai” è un progetto di canzoni d’amore, in cui prova a rendere la sua musica un po’ più accessibile e diretta. Songs che spaziano a livello di generi e suoni, rappresentando le tante ideali tappe di un viaggio musicale che va dalla musica latino-americana e brasiliana fino al blues. C’è il rhythm and blues di “Danzando nel vento”, “Dimmi almeno una parola” e “Se conosci il blues”, un 6/8 in pieno stile Cammariere come “Ma stanotte dimmi dove stai”, una ballata come “Mi domando se”, il funky di “La sola cosa vera”, il country-folk di “Con te sarò”. E poi c’è una chicca, “Io so”, un brano che il musicista  era solito suonare dal vivo negli anni ’90 ma che non aveva mai inciso su disco: lo ha fatto per questo album, quasi a volersi ricollegare ai suoi esordi da cantautore, una perfetta combinazione tra intensi momenti di poesia, intrisi di suadenti atmosfere jazz e coinvolgenti ritmi latini che accenderanno il live con calde atmosfere bossanova, nuove esaltanti creazioni frutto di una ricerca musicale in continua evoluzione.

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