Amalfi, tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa del notaio Andrea Pansa

Amalfi. La notizia della scomparsa del notaio Andrea Pansa ha gettato nel dolore e nello sconforto la città della costiera e sono tanti i messaggi di cordoglio per il grave lutto.
Profondo il cordoglio dei nipoti titolari della storica Pasticceria Pansa di Amalfi che resterà chiusa in segno di lutto: «Il notaio Andrea Pansa ci ha lasciati. La sua straordinaria umanità, la correttezza, la generosità, la lealtà sono un’eredità preziosa che noi nipoti custodiremo nel nostro cuore. Valori rari che cercheremo di portare avanti nel nostro percorso di vita. Pasticceria Pansa e Cioccolato Andrea Pansa resteranno chiusi per lutto fino a nuova comunicazione».
Ed ancora il messaggio di Francesco Colavolpe: «Ho appreso, in questo momento, della scomparsa del mio fraterno amico Andrea. Non posso descrivervi il mio dolore, è come se avessi perso un membro della mia famiglia. Con Andrea ho condiviso tutta la mia infanzia, la mia gioventù fino a quando il destino ci ha separati. Quando ci incontravamo parlavamo del tempo passato, rievocavamo aneddoti che ci facevano tanto ridere, del nostro passato scolastico con Antonio e Salvatore. Ora Caro Andrea anche tu mi hai lasciato, ma conserverò di te la tua semplicità, la tua bonomia e soprattutto l’affetto sincero e fraterno che tu mi dimostravi in ogni occasione. Non posso venire a darti il mio ultimo saluto perché le mie condizioni di salute non me lo permettono e ne sono attristato. Alla moglie Marisa, a Raffaella, a Giulia esprimo i sentimenti della mia profonda vicinanza con un affettuoso abbraccio. Riposa in pace Andrea, non ti dimenticherò mai».
Ed il giornalista Sigismondo Nastri si ricollega al cordoglio dell’amico Francesco: «Condivido, e faccio mio (Franco mi scuserà) questo commosso, affettuoso ricordo di Andrea Pansa appena postato. Il mondo è piccolo e le notizie, immancabilmente quelle più brutte, arrivano subito lontano. In questo caso, prima a Parigi che a Salerno, dove mi trovo. Del notaio Pansa, a quello che ha scritto Franco, non saprei aggiungere altro. Era un signore, d’altri tempi. Nel portamento, nei modi, nelle azioni. Nel rapporto con gli altri. Una signorilità che era anche retaggio familiare. La sua giornata si divideva tra studio e famiglia. Senza deroghe. Nella vita quotidiana come nella professione era serio, moderato, attento, riflessivo, scrupoloso senza deroghe. Come del resto il gemello Antonio, avvocato, che ho avuto collega all’Ipc; come il fratello maggiore Gabriele, mio coetaneo, compagno di scuola fino al liceo e di giochi da quando eravamo ragazzi. S’erano laureati, lui e Antonio, all’Università cattolica di Milano, dove era nato e s’era consolidato il loro rapporto di amicizia con Romano Prodi, Che, quando gli capitava di venire in Costiera – è avvenuto anche in epoca recente – era immancabilmente loro ospite a cena. Ogni volta che se ne va una persona come Andrea il cuore di chi lo ha conosciuto, lo ha stimato, gli ha voluto bene – io sono tra questi – si gonfia di tristezza. E intanto la società, nella quale egli ha vissuto, ha operato, s’è fatto apprezzare, diventa inevitabilmente più povera».

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