Una bella notizia per Piano di Sorrento, a maggio riapre il Museo Archeologico “Georges Vallet”

Piano di Sorrento. Finalmente arriva la bella notizia della riapertura del Museo Archeologico “Georges Vallet” ospitato nelle sale di Villa Fondi de Sangro dopo mesi di chiusura legati all’esigenza di effettuare lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria tra i quali il rifacimento delle porte e dell’impianto elettrico. Il Museo riaprirà le porte al pubblico nel prossimo mese di maggio e dovrebbe essere garantita la fruibilità dalle 10.00 alle 17.00 anche se si attendono in merito comunicazioni ufficiali.
Resta ancora da risolvere il problema della mancanza di personale perché, al momento, si può contare sulla presenza di un unico custode mentre ne servirebbero almeno quattro per garantire la perfetta funzionalità e sicurezza del polo museale.
Positanonews ha seguito la vicenda della chiusura del Museo ed ora siamo felici di poter comunicare l’annuncio della prossima riapertura. Da maggio, quindi, entrare a Villa Fondi consentirà non solo di ammirare una delle ville comunali più belle della penisola sorrentina ma permetterà di fare un tuffo nel tempo e nell’arte.
Infatti il Museo “Georges Vallet” è sicuramente uno dei musei archeologici più belli d’Italia e rappresenta un vanto per la città di Piano di Sorrento.
Collocato nella meravigliosa Villa Fondi all’interno di un parco dal quale si può ammirare il Golfo di Napoli in tutto il suo splendore, il Museo è nato dall’esigenza di accogliere la documentazione ed i risultati delle campagne di scavo effettuate nella Penisola Sorrentina per ricostruire le fasi di popolamento e di trasformazione di questo territorio dalla preistoria all’età romana nel contesto complessivo della Campania antica.
Nella sala a piano terra è stato ricostruito il tumulo funerario (mnema) del re Liparos, mitico fondatore di Surrentum. A sinistra della sala una colossale statua di Demetra ed un prezioso pavimento a mosaico ritrovato in Marina di Puolo.
La sala 1 al primo piano è dedicata agli scavi condotti in località Trinità a Piano di Sorrento, relativi ad un insediamento della cultura del Gaudo (II millennio a. C.), alle necropoli arcaiche e classiche di Massalubrense (S. Agata sui due Golfi, Loc. “”Deserto”), di Vico Equense (via Nicotera) e di Sorrento.
Gli oggetti esposti sono relativi alle recenti campagne di scavo condotte a S. Agata sui due Golfi dalla Soprintendenza archeologica di Napoli dal 1994 al 1997 e a Vico Equense negli anni 80, con una selezione dei bronzi di recente restaurati della campagna di scavo del 1966.
Straordinari in questa sala sono i reperti dei corredi dalla tomba n. 2 di S. Agata, datati al VI sec. a. C., della quale si ripropone la ricostruzione, e la ceramica attica a figure rosse dei corredi di Vico Equense, datata alla prima metà del V sec. a. C..
Il corridoio di passaggio tra le sale 1 e 2 è dedicato ai culti ed alle iscrizioni, con una selezione del materiale del santuario di Atena sulla Punta della Campanella, insieme al calco dell’iscrizione scolpita sulla roccia datata alla prima metà del II sec. a. C..
La sala 2 del primo piano affronta la problematica della formazione della città di “Surrentum”, presentando per la prima volta l’aggiornamento della carta topografica con l’ubicazione di tutti i saggi e le strutture emerse negli ultimi interventi di archeologia urbana condotti dal 1993 ad oggi, con una selezione dei materiali provenienti dalla città.
Le necropoli di Sorrento, finora note esclusivamente da materiali decontestualizzati, confluiti per lo più in collezioni private, sono per la prima volta illustrate scientificamente, grazie ai risultati della recentissima campagna di scavo iniziata nel 1998 ed ancora in corso, eseguita fuori Porta Parsano.
Di straordinaria espressività è il trapezoforo di tufo raffigurante un’erma maschile, trasposizione “provinciale” di modelli colti, pertinente alla mensa funeraria del colombario di prima età imperiale emerso nella necropoli.
Tra i reperti della fase di età romana, oltre ad una selezione delle columelle antropomorfe, si espongono anche i balsamari di vetro e di terracotte, mentre la fase di IV sec. a.C. è rappresentata da un ricco corredo costituito da interessanti vasi a figure rosse.
Sempre nella stessa sala è una sezione dedicata alle ville marittime con i rilievi marmorei e i capitelli della villa di Capo di Massa in contrada Villazzano, il plastico della villa c.d. di Pollio Felice e, scendendo al piano terra, al lato sinistro della scala è esposta per la prima volta la statua colossale di marmo ritrovata a Sorrento, nel 1971, nell’area dell’attuale albergo Royal, raffigurante una figura femminile, pertinente ad una villa di età imperiale.
All’esterno, nel parco, è stata realizzata la ricostruzione di metà dello splendido Ninfeo a mosaico di una delle ville marittime romane, scoperto tra il 1980 e il 2001 nella località Marina della Lobra di Massa Lubrense e che rappresenta uno degli esempi meglio conservati in Campania di tipo “a facciata”.
Per lo stato di conservazione della decorazione musiva e per l’unicità dell’articolazione architettonica, questo Ninfeo aggiunge un dato importante allo studio di tali strutture presenti nelle ville marittime della Campania di età imperiale. Inoltre, per l’ampia estensione della superficie a mosaico, il Ninfeo di Massa Lubrense rappresenta un documento unico. Le grandi ville campane, comprese quelle dell’area vesuviana e con l’eccezione della Villa di Lauro di Nola, non hanno restituito esempi di ninfeo “a Facciata”, i cui modelli sono da ricercare in Oriente e in Grecia, nell’architettura ellenistica delle grandi facciate scenografiche alle quali si è ispirata anche l’architettura degli edifici teatrali e quella dei grandi monumenti funerari.

Una bella notizia per Piano di Sorrento, a maggio riapre il Museo Archeologico “Georges Vallet”
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