Positano, la Benedizione delle Palme nella suggestiva chiesa di Santa Margherita a Fornillo

Positano, la Benedizione delle Palme nella suggestiva chiesa di Santa Margherita a Fornillo.  Una benedizione delle Palme nella piccola chiesetta di Santa Margherita, fra le scalinate che portano a Fornillo, la spiaggia più bella della Costiera amalfitana, fra le dieci più belle del mondo, ma è il contesto di intimità e familiarietà che si è creato a rendere il momento sacro molto suggestivo. Una benedizione di sabato sera, per suddividere le benedizioni per vari quartieri per limitare al minimo gli assembramenti, ci ha regalato un momento di vera spiritualità e gioia nel nostro quartiere.

Subito dopo la benedizione alle 18,30 Don Andrea ha poi letto il Vangelo.

Oggi si è avuto un anticipo delle Palme, causa Covid, con le Palme ha inizio quella che nella liturgia romana è definita Settimana santa e in quella ambrosiana Settimana autentica: «I fedeli, infatti, si raccolgono in preghiera intorno al fondamento più “autentico” della loro vita spirituale» (F. Manzi). È in questa settimana che si concentrano i riti forse più suggestivi della liturgia cattolica, e si contempla il mistero della Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. In particolare, all’interno del Triduo Pasquale si farà memoria dell’ultima Cena di Gesù, della sua Passione, morte e sepoltura e, già dalla Veglia pasquale, del suo ritorno alla vita.
Tutto prende l’avvio da questa domenica, nella quale si distinguono due celebrazioni eucaristiche e quindi due serie di letture.
Nella Messa più solenne, quella cioè preceduta dalla processione che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, si commemora un evento narrato da tutti e quattro i Vangeli, anche se in forme differenti. Mentre nel racconto di Marco Gesù entra accompagnato dai suoi discepoli o dai pellegrini che erano ugualmente arrivati a Gerusalemme, la versione giovannea, l’ultima in ordine di redazione, accentua più delle altre alcuni elementi: innanzitutto vi è una «grande folla» che esce dalla città per accogliere Gesù; soprattutto, solo in questo Vangelo viene salutato esplicitamente come «re d’Israele», mentre in Marco è «colui che viene nel nome del Signore», cioè come ogni altro pellegrino che arrivava per Pasqua.
Giovanni mostra chi è veramente Gesù, ma non nasconde nemmeno l’incomprensione dei suoi discepoli, che solo dopo, con la sua risurrezione, capiranno fino in fondo quello che stava accadendo: «I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte».
Il dramma dell’incomprensione ritornerà in tutto il racconto della Passione di Gesù: non solo da parte dell’establishment religioso, ma soprattutto da parte di Pilato, che facendosi beffe del Signore dirà, poco prima della sua condanna a morte, «Ecco il vostro re!» (19,14).
Nella seconda celebrazione eucaristica di questa domenica, quella che ci porta a Betania, a casa degli amici di Gesù (Lazzaro, Marta e Maria), c’è invece qualcuno che ha compreso benissimo quello che sta accadendo. È proprio Maria – colei che unge i piedi del Signore con del nardo prezioso, asciugandoli poi coi suoi capelli – che intuisce il senso profondo delle cose. Si tratta di un gesto interpretabile in diversi modi, ma a noi basta quello che Gesù stesso dirà a Giuda, difendendo Maria dalle sue accuse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura».
A Maria non servirà “ricordare” per capire; lei, che dall’evangelista è rappresentata come la discepola che ascolta la voce del Maestro, sa che quel re mite e innocente morirà, e lo conforta, come può, anzitutto con il suo amore. Doni a noi il Signore lo stesso cuore, per Lui, e per il nostro prossimo.

Questo è il Vangelo delle Palme

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».