Positano e la Costa d’ Amalfi , gli effetti della gerintrificazione e turistificazione. Alberghi cercano case per i dipendenti e molti vanno a Piano di Sorrento

Da Amalfi vanno ad Agerola, da Positano a Piano di Sorrento , Sorrento è già deserta al centro, la popolazione si svuota con la turistificazione

Living in a postcard: come (non) si vive in un paesaggio da cartolina ha scritto Giovanni Semi  e lo stesso riguarda la Costiera amalfitana . Le Cinque Terre hanno messo il numero chiuso ai loro sentieri per proteggere i terrazzamenti dello Sciacchetrà dalla pressione dei visitatori. Santorini ha deciso di contingentare gli ingressi dei crocieristi (massimo 8 mila al giorno!) per evitare – senza troppo successo – lo scempio dei vicoli di Oia e Fira trasformati in formicai. Barcellona si prepara a bloccare gli affitti brevi sotto i 30 giorni per salvare il centro dallo spopolamento dopo che migliaia di persone hanno lasciato il Barrio Gotico per far spazio ad Airbnb.

Gerintrificazione il caso Positano con attività che si spostano a Piano di Sorrento

L’occasione di una lunga discussione è stato un passaggio in auto da Positano a Piano di Sorrento , con un amico architetto, che ha anche una grande sensibilità sociale , oltre che a conoscenza delle problematiche del territorio urbanistiche, non solo dal punto di vista giuridico, un vero e proprio ginepraio che assilla , ma anche sociale. Una riflessione che riguarda tutte le aree turistiche e non solo Positano e la Costiera amalfitana. Una delle riflessioni che sono uscite fuori e che molte attività si stanno trasferendo a Piano di Sorrento, così qui trovi commercialisti, tecnici e medici positanesi che hanno scelto di mettere uno studio qui, anche la principale sede operativa della società di comunicazione che gestisce Positanonews, e fa anche altre attività, si trova a Piano. Poi la mancanza di case in affitto e le difficoltà di personale si incrociano con le scelte di grandi alberghi ma anche altre attività turistiche – ricettive e ristorative di affittare camere per dipendenti, qualcuno compra addirittura case per questo, è successo a grandi alberghi che lo hanno fatto a Praiano, chi in Penisola Sorrentina. La Penisola Sorrentina è l’area dove si stanno spostando molte famiglie positanesi, visto che è difficile reperire case, ma fenomeno analogo sta avvenendo nel resto della Costiera amalfitana. Noi che siamo un giornale cerchiamo di reperire le notizie, poi lasciamo ai sociologi le valutazioni.

Da Amalfi vanno ad Agerola

Ebbene da Amalfi centro se ne stanno andando tutti, si arrangiano nelle frazione, Pogerola è diventata la frazione più grande della Costiera amalfitana, oppure verso Agerola o i Monti Lattari, idem da Ravello che si spostano a Tramonti o nell’Agro Nocerino – Sarnese.  Il Covid,  aveva fermato tutto. Ma nessuno si fa illusioni. Il turbo-turismo da Instagram – quello che da Venezia a Vernazza, da Amsterdam all’isola di Skye convoglia milioni di turisti su singole mete-simbolo –è tornato alla  fine dell’emergenza sanitaria, come aveva predetto Semi . E anche i grandi beneficiari di questo boom, le destinazioni che hanno contabilizzato un boom di arrivi ed entrate, iniziano a domandarsi se il gioco vale la candela. Ovvero se i soldi garantiti dalla globalizzazione dei viaggi (il turismo, per dire, vale il 12% del pil di Barcellona) bastano a giustificare le ferite che l’overdose di arrivi lascia nella struttura, nella vita sociale e, in fondo, nell’anima di queste mete. Cambiandole a volte per sempre. E dalla Catalogna a Venezia, da Amsterdam a Parigi, la tregua (dolorosa) del Covid è l’occasione per ripensare questo modello di vacanze, alla caccia di una versione sostenibile a lungo termine che arricchisca le destinazioni senza snaturarle. Basti pensare a cosa è successo durante il Covid nel centro storico di Sorrento, parlando di cose che abbiamo visto e documentato, totalmente deserto e le attività morte, mentre già a Piano di Sorrento, meno colpita da questa ondata di turismo, vi è stata maggiore vista sociale e commerciale. Ma pian piano le attività turistiche si spanderanno anche qui a macchia d’olio.  La sociologia ha coniato diversi termini per descrivere il fenomeno dell’over-turismo: il più gettonato è quello della classica gentrificazione. Ma c’è anche la “Disneyfication”, ovvero la trasformazione di paesi e città in parchi a tema dove offerta abitativa e commerciale è tarata sulla domanda degli ospiti e non dei residenti, e l’Airfication, ovvero i centri storici svuotati per far spazio al turismo dell’affitto a breve termine. Le università stanno iniziando a dare concretezza scientifica, con numeri e dati, a questo tsunami. La realtà però corre più veloce della scienza. E’ chiaro che i residenti non possono permettersi i prezzi dei turisti, questo fa il passo con la denatalità, i primi effetti li vedremo sulle scuole che cominceranno a essere deserte, poi lo saranno le città. Queste analisi dei sociologi fatte per località più in vista , in particolare Venezia è molto studiata e potrebbe essere un punto di riferimento, noi lo stiamo percependo con la realtà quotidiana, sia nella cronaca del quotidiano, perchè il giornale locale deve entrare nelle comunità e vivere le loro vicende, sia nelle nostre attività , visto che frequentiamo anche chi si occupa di immobiliare ,  vediamo che il territorio che conosciamo, e di cui quindi possiamo parlare, si sta avviando in maniera precipitosa verso questa evoluzione. Anzi già ci siamo. I big delle crociere ed Airbnb rispondono a queste critiche ricordando i soldi che muovono (“in Italia 6,4 miliardi l’anno”, dice la società Usa) e l’impegno a salvare anima e portafoglio delle destinazioni interessate con programmi di incentivazione delle attività locali. Ma spesso non basta. Lo Sinn Feinn, dicono gli osservatori politici, ha guadagnato molti punti percentuali alle ultime elezioni irlandesi promettendo affitti calmierati e la costruzione di 100mila nuove case in una Dublino dove turismo e richiesta di multinazionali avevano mandato alle stelle i prezzi. Un segnale importante che obbligherà molti paesi – una volta archiviata la crisi sanitaria – a rivalutare con attenzione gli effetti del turbo-turismo sulle loro città e sul loro bacino elettorale. Tutte le città come Disneyland? Era questo il sottotitolo a Gentrification di Giovanni Semi che nel 2015 faceva tra i primi in Italia il punto di un fenomeno che ancora non avevamo ben compreso eppure aveva già profondamente cambiato le nostre città e i nostri quartieri. “La città – scriveva Sharon Zukin nella prefazione – è cambiata così tanto e così velocemente che ha perso la propria anima”.
Oggi la gentrificazione fa parte del linguaggio comune, anche se spesso viene utilizzata impropriamente come contenitore di fenomeni che non la riguardano. Per intenderci, utilizzeremo, quindi, due definizioni: “un insieme di trasformazioni che rendono alcune aree più costose e più esclusive” (Semi) e “la produzione dello spazio urbano per utenti progressivamente più ricchi” (Jason Hackworth). Per capirne di più, e inquadrare questo fatto , che Positanonews sta registrando quotidianamente nella cronaca del territorio, mi è stato molto utile  Giovanni Semi, che è anche docente di Sociologia delle culture urbane all’Università di Torino e autore di Casa dolce casa? Italia, un paese di proprietari (Il Mulino, 2020), che dovrebbero adottare come testo scolastico da leggere alle medie . Allora la domanda è se è questo lo scenario futuro che ci aspetta, purtroppo no, la situazione è già da subito così in Costiera amalfitana, Penisola sorrentina e Capri, dovrebbero capirlo anche i politici per rimodulare gli investimenti, facciamo un esempio vicino a Piano, si vogliono spendere due milioni di euro per una scuola chiusa da oltre un decennio per scelte politiche sciagurate, visto che volevano prendere allettanti finanziamenti per un project financing, sono soldi buttati, anche qui si va verso la denatalità e gerintrificazione, molto più lentamente di Positano, Amalfi e Sorrento, ma il fenomeno si espanderà anche nelle vicinanze delle zone turistiche, in quelle già turistiche non parliamo di uno scenario futuro, ma del presente. La trasformazione dei nostri paesi in mega villagi turistici o una specie di dinseyland è già avvenuta, si salvano le zone alte, ma ci sta pensando il Sentiero degli Dei a trasformare anche queste. Nel bene o nel male, le valutazioni le lasciamo agli altri, è quello che sta succedendo attualmente.

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