Piano di Sorrento, Don Pasquale Irolla: “Non lasciamo impolverare la tela della vita che Dio ha disegnato per noi”

Piano di Sorrento. Riportiamo l’omelia pronunciata da Don Pasquale Irolla nella messa mattutina celebrata nella Basilica di San Michele Arcangelo a commento del brano evangelico di oggi in cui si parla delle tre tentazioni di Gesù ad opera del diavolo: «L’itinerario quaresimale è un itinerario di riconciliazione. Gesù nel deserto affronta le tentazioni della vita che l’evangelista disegna in tre scene e ci invita a vivere riconciliati. Se noi proviamo ad abbracciare la nostra vita viviamo meglio, altrimenti ci condanniamo a vivere arrabbiati, frammentati, indispettiti o appesantiti da giorni ed eventi a cui non abbiamo dato un nome e che non siamo riusciti a inserire nella meravigliosa tela della nostra vita che Dio disegna e che noi abbiamo lasciato per terra impolverare. Un itinerario di riconciliazione per tutti.
Nella prima scena Gesù affronta a fine digiuno la sua fame, Gesù ha fame, ha sete, ha i morsi allo stomaco. Anche noi siamo invitati come Gesù a guardare ai bisogni che ancora gridano dentro di noi e che non sono stati esauditi. Gesù ha sete, Gesù vorrebbe qualcosa da mangiare ma non lo trova. I bisogni che noi abbiamo sono come dei gridi, degli ululati che ci portiamo dentro, assordanti, che chiedono di essere esauditi e soddisfatti. Ma il fatto è che noi ne abbiamo molti ancora gridano di essere presi sul serio e restano così. Gesù resta agghiacciato davanti all’ululato della fame che si porta dentro eppure accetta di non avere nulla da mangiare. Ci sono bisogni primordiali che noi ci portiamo dentro: “Non mi sento apprezzata da mio marito e dai miei figli, non mi sento amato e capito da mia moglie che è distratta e presa dai bambini. Avverto dentro di me di avere un voto a cui non ho dato un nome. Non mi sono riconciliata con il bisogno che ho di essere donna guardando a quel giorno in cui mio marito si è perso”. Ciascuno di noi si porta dentro bisogni determinanti ed importanti che ancora non hanno ricevuto attenzione. “Non mi sento guardata, non posso restare una vita intera chiusa in casa a fare l’autista dei miei bambini sballottati qua e là tra la scuola, la danza, il catechismo, gli appuntamenti della giornata”. Quando ci sono questi vuoti dentro o li prendiamo in considerazione o cominciamo a correre innervositi perché nessuno si accorge che sto sanguinando e prova a medicarmi. Gesù forse avrebbe potuto trasformare le pietre in pane? Ma certamente impara nel deserto ad andare avanti nonostante la fame, andare avanti nonostante questo bisogno che ha di sopravvivere che nessuno gli soddisfa. Sarebbe anche opportuno benedire questo bisogno che ancora ulula dentro di noi perché se lo malediamo, se cominciamo a guardarlo indispettiti pretendendo che gli altri provvedano noi andiamo avanti male.
Gesù oggi ci invita a riconciliarci con tutti quei bisogni che restano ancora aperti come ferite che sanguinano, come voglia di essere presi in considerazione, voglia di essere accolti per quel che siamo, di essere apprezzati proprio nella ferita che ci portiamo dentro e di cui nessuno si accorge. Riconciliamoci con quanto resta ancora in sospeso, mettiamolo sotto la benedizione, guardiamolo con amore, può darsi che vivremo addosso non la rabbia, non la fretta, non quella sorta di smania che ci prende, ma ci troveremo addosso un po’ di pace pur nella corsa della vita quotidiana.
Nella seconda scena Gesù viene invitato dal diavolo a guardare a 360 gradi la vita gaudente. Persone che hanno tre case, che hanno la villa, che si divertono, che vanno in vacanza, che hanno l’amante e ritornano a casa come fosse nulla. Gesù guarda quelli che hanno il potere tra le mani ed il diavolo gli dice: “Vuoi vivere così?”. Dobbiamo confessare che anche nella vecchiaia certe scene ci agganciano, certe occasioni da cogliere ci agganciano un poco. Perché non coglierle? Oggi Gesù ci invita a riconciliarci con tutte le opportunità che non abbiamo avuto. Ciascuno ha avuto le sue opportunità nella vita e ci sono molte opportunità che non abbiamo avuto e non le avremo mai. La nostra vita è una vita da buttare, è una vita infelice? Gesù accetta che le opportunità della vita a lui date non sono state come quelle delle persone che ha potuto guardare invitato dal diavolo e quindi guardava la reggia di Erode, le orge che si vivevano lì, i soldi, il tesoro derubato dalle colonie, le monete agli eserciti. Riconciliamoci con le opportunità che non abbiamo avuto perché abbiamo vissuto una certa infanzia, abbiamo un certo tenore economico e non un altro, quella moglie e non un’altra, quel marito che non c’è, che scappa e non altri. Perché se cominciamo a ripercorre, a rincorrere il passato o rincorrere il futuro per cercare di pareggiare i conti con gli altri rischiamo di vivere da disperati. Riconciliamoci con tutte le opportunità che non ci sono state e grazie a questo possiamo essere felici.
Infine la terza scena con Gesù viene tentato di salire sul tempio e buttarsi giù. Il diavolo gli dice: “Guarda che Dio ti prenderà”. Forse la Quaresima 2022 ci darà l’opportunità addirittura di riconciliarci con Dio. Avverto che molti di noi siamo arrabbiati con Dio perché siamo precipitati e non ci ha presi, ci siamo sfracellati: “Mi sono fatto male in quella circostanza, dov’era Dio? Mi è andata male e Dio non mi ha aiutato”. Capite la rabbia verso Dio e l’invito a perdonargli quello che non ha fatto semmai avesse potuto. Questo mi sembra l’invito che oggi ci viene posto nelle mani proprio perché riconciliandoci, iniziando a porre il primo passo per un abbraccio con i vuoti che mi porto dentro, le occasioni che non ho avuto, le volte in cui mi sono fatto male e Dio non c’era più, pian piano vivo meglio ed anche la persona che sono accanto a me stanno. Ed insieme faremo Pasqua leggeri. Ecco questo è il mio augurio, questo mi sembra essere l’invito proprio per noi nella prima domenica di Quaresima 2022».

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