Kamilla Dzhanashiya dalla Russia in Italia a comprare Villa Tritone a Sorrento e non solo, c’è anche interrogazione parlamentare

Kamilla Dzhanashiya dalla Russia in Italia a comprare Villa Tritone a Sorrento e non solo, c’è anche interrogazione parlamentare. Non si sa molto su questa persona, molti dicono che sia legata all’oligarchia russa, vista la disponibilità economica

Ecco cosa scrisse Andrea Cinquegrana e Rita Pennarola su La Voce delle Voci, ex Voce della Campania

misteri di una principessina moscovita che da anni gira per l’Europa e fa shopping. Dei gioielli d’arte, delle dimore storiche da mille e una notte. Gira per le città o i centri più a la page, alza il nasino al cielo e dice al babbo (secondo i più, il suo avvocato), “quant’è bello, lo voglio”. E voilà, non c’è problema di prezzo, milione più o milione meno. Tutto cash.

La signorina più liquida di tutta la Russia, Kamilla Dzhanashiya, per ora si è fermata a quota 170 milioni di euro. Procede a bordo di una comoda società immobiliare, SCI ONIX, quartier generale a Parigi, a un passo – ca va sans dire – dai mitici Champs Elysees, per la precisione al civico 12 di Rue de l’Elysée. Gli acquisti ‘reali’, comunque, possono contare su un’altra preziosa gemma, stavolta a Chateau de La Villette (Condercourt), un vero e proprio castello.

Siamo solo all’antipasto, perchè il raffinato palato della signorina – a quanto pare ereditato dal nobile lignaggio che non può far a meno di arti, cultura e immobili storici – l’ha portata lungo tutta la nostra penisola. Ha cominciato con una puntatina sul lago di Como, agosto 2011, ed è rimasta stregata dal celebre “Balbiano”, una delle dimore più prestigiose del lago – descrivono in zona – da trent’anni appartenente all’industriale tessile comasco Michele Canepa. L’ha scippata nientemeno che a Silvio Berlusconi, anche lui innamorato perso di quella magione. Ma chissà, l’ex cavaliere un giorno potrà far visita alla bella e liquida Kamilla, caso mai in compagnia dell’amico di sempre, Vladimir Putin. Gongola, intanto, il venditore, che ha incassato la bella cifra da 38 milioni di euro. Pecunia non olet, per questo tutto rose, fiori e glicini, dove è immersa la magione: “La ragazza – commenta Canepa – è intenzionata a trasferirsi in Italia e sono quasi certo che prenderà la residenza ad Ossuccio. Sono persone ricche – aggiunge – ma non famose, soprattutto estranee, per quel che mi risulta, agli scandali internazionali che spesso contraddistinguono certe famiglie”.

E soprattutto nessun legame con uno dei boss del clan georgiano kutaisi, Vladimir Lado Dzhanashiya, assassinato a Marsiglia nel 2010 nel corso di un regolamento di conti. Clan capeggiato da Tariel Taro Oniani, che secondo fonti della polizia francese sarebbe entrato in contatto – qualche anno fa – con un pezzo grosso della politica italiana. Altri misteri.

Ma continuiamo con lo shopping di gemme by Kamilla. Una capatina nella capitale, tanto per non farsi mancare niente, e voilà, ecco che i rubli senza fine coprono un palazzo storico di via Mercadante. Piccola pausa per poi tuffarsi nel mare blu della costiera sorrentina, dove la giovinetta, passeggiando tra profumi di limoni e cieli azzurri, posa il suo tenero sguardo su “Villa Tritone”, un tempo magione per Croce, Salvemini, De Gasperi, Togliatti. E quindi, non può che entrare, gemma tra le gemme, nel diadema di Kamilla, che altrimenti avrebbe fatto chissà quante bizze se il papà/avvocato/mediatore non avesse aperto il portafogli: e stavolta per l’altrettanto bella cifra di 35 milioni di euro.

Un’operazioncina che comincia a destare qualche sospetto, anche perchè l’ennesima di un lungo, dispendioso shopping. E’ così che il senatore Elio Lannutti, storico presidente dell’Adusbef, presenta a febbraio 2012 un’interrogazione parlamentare ai ministri per i beni culturali, dell’interno e della giustizia, in cui fra l’altro chiede di “attivare ogni opportuna iniziativa al fine di acclarare, anche attraverso l’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la legittima provenienza dell’ingente somma impiegata (35 milioni di euro) per l’acquisto della storica dimora”. Si saprà mai cosa c’è realmente dentro lo scrigno della parigina SCI ONIX?

Altro interrogativo di casa nostra. Ma a chi sono andati i 35 milioni di euro? Alla famiglia Pane, una delle storiche dinasty sorrentine, armatori tuttofare. Una vita per gli affari marittimi, a cominciare da quelli a bordo di Ecolmare e dei Pelikan, gli spazzamare comperati a peso d’oro dalla sempre generosa Regione Campania negli anni ’80. Per continuare in sella a Globeco, prestigiosa sede romana nella dimora rinascimentale di Palazzo Taverna e business a base di raccolta di buste di plastica lungo le coste italiana, con un record – sottolinea l’azienda – da “12 milioni di metri quadri di buste provenienti soprattutto dalla foce del Nilo e da altri scarichi egiziani, libanesi e turchi che immettendosi nelle correnti mediterranee arrivano in Italia”.

Ma l’ultima star di famiglia si chiama Infocontact, “fornitore di servizi di call center et similia per clienti del calibro di Wind, Enel, Rcs”, 3000 dipendenti, “prima azienda italiana – si raccontano a Infocontact – a utilizzare massicciamente il telelavoro, portando la banda larga via radio in venti paesi dell’appennino calabrese e ora abbiamo 80 comuni che chiedono di aprire da loro”.

Peccato che il tribunale di Lametia Terme abbia dichiarato, per Infocontact, lo stato di insolvenza, con un mare di debiti. Un rosso, a quanto pare che supera i 70 milioni, pur parzialmente coperto da un capitale di poco inferiore ai 50. E in tutta questa bagarre di cifre, che fine avranno mai fatto i 35 milioni affluiti nelle casse di 3P, azionista di Infocontact? Mistero.

Questo articolo di cui sopra non è aggiornato è relativo all’epoca

Sulla vicenda una interrogazione parlamentare

Atto a cui si riferisce:
S.4/06863 [Sulla vendita della prestigiosa villa di interesse archeologico “Villa Tritone”]

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06863 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 14 febbraio 2012, seduta n.674
LANNUTTI – Ai Ministri per i beni e le attività culturali, dell’interno e della giustizia – Premesso che:

è stato convocato, d’urgenza, il Consiglio comunale di Sorrento (Napoli) per il 10 febbraio 2012 alle ore 12, al fine di deliberare in ordine alla vendita della prestigiosa villa di interesse archeologico e sottoposta a particolare tutela paesaggistico-ambientale sita a Sorrento in via Marina Grande 5, complesso immobiliare denominato “villa Tritone” o “villa Astor”;

la Soprintendenza per i beni ambientali di Napoli, con nota acclarata al protocollo comunale n. 5319 del 2 febbraio 2012, indirizzata alla Regione Campania, alla Provincia di Napoli, al Comune di Sorrento e alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, comunica il trasferimento di atto soggetto a diritto di prelazione (decreto legislativo n. 42 del 2004) in ordine alla vendita, per 35 milioni di euro, da parte del signor Mariano Pane nato a Sorrento il 22 febbraio 1937 ed ivi domiciliato in via Marina grande 5, a favore di Kamilla Dzhanashiya nata a Mosca (Russia) il 7 luglio 1989 ed ivi residente a Krylatskie Holmy, 47/37 e domiciliata a Firenze in via Giovanni Pico della Mirandola 9, rappresentata dall’avvocato Ginevra Giovannoni nata a Firenze il 27 dicembre 1970, ivi domiciliata in via G. Pico della Mirandola 9, giusta procura autenticata dal notaio Anna Ferrelli di Milano in data 4 novembre 2011, rep. 22053;

detto complesso immobiliare è da considerarsi patrimonio dell’umanità e costituisce un bene storico e culturale legato alla lotta antifascista per la resistenza, avendovi dimorato personalità come Togliatti, Croce, De Gasperi, Salvemini,

si chiede di sapere:

se il Governo non intenda far valere congiuntamente alla Regione Campania, alla Provincia di Napoli e al Comune di Sorrento il diritto di prelazione nei termini previsti dalla legge, onde evitare che un bene di prestigio storico e artistico e sottoposto a tutela archeologica possa essere acquistato da un privato, precisamente da una ventenne russa, sottraendolo al patrimonio dello Stato italiano;

se non ritenga necessario attivare ogni opportuna iniziativa al fine di acclarare, anche attraverso l’intervento della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la legittima provenienza dell’ingente somma impiegata (35 milioni di euro) per l’acquisto della storica dimora.

(4-06863)

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