Grandissimo successo sui social della canzone “Povero Gabbiano”. Ma di cosa parla realmente questo brano?

Ci sono canzoni che ti entrano nella testa e non vanno più via diventando quello che ultimamente viene definito “tormentone”. Come, ad esempio, quella che è può essere definita la vera hit di questi ultimi mesi. Stiamo parlando della canzone “Povero Gabbiano”. Alzi la mano chi non l’ha ascoltata almeno una volta su Tik Tok, Twitter e Instagram come colonna sonora di migliaia di video che spaziano da quelli ironici a quelli sportivi diventando il sottofondo perfetto per le immagini postate in modo ironico da chi è rimasto deluso da qualcosa. Il testo, infatti, sembra rispecchiare perfettamente quell’atteggiamento di abbandono che tutti proviamo davanti alle piccole sfortune quotidiane come un paio di calzini spaiati, la ruota dell’auto bucata, la fetta di pane che cade a terra dalla parte della cioccolata, il cellulare che si scarica proprio quando si aspetta una telefonata importante, la macchia su una camicia prima di un colloquio di lavoro e così via.
Quello che non tutti sanno, però, è che ci troviamo di fronte ad un pezzo neomelodico pubblicato nel 1988 dal cantante catanese Gianni Celeste e poi rispolverato e reso virale da due tiktoker palermitani, Pietro Modica e Franco Gioia. Tutti conosciamo la canzone come “Povero gabbiano” che è, in realtà, un verso tratto dal brano il cui vero titolo è “Tu comm’a mme”.
Gianni Celeste ha scoperto l’inaspettato successo della canzone grazie al figlio che gli ha fatto notare come il brano da lui interpretato 34 anni fa fosse diventato un successo sui social al punto da conquistare il secondo posto nella classifica “Viral 50 Italia” di Spotify dopo “Brividi” di Mahmood e Blanco, con una popolarità da decine di migliaia di condivisioni su Tik Tok, YouTube e Instagram. Ed il cantante siciliano si è dichiarato piacevolmente colpito e stupito da tutto questo clamore mediatico al punto di essere già al lavoro per realizzare un arrangiamento più moderno del brano accompagnato da un videoclip.
Ma qual è la storia che si nasconde dietro questa canzone? Il brano fu scritto 35 anni fa da due siciliani che, durante una giornata di pesca, si imbatterono in un gabbiano insolitamente immobile e tutti i tentativi fatti per allontanarlo furono completamente inutili. Il gabbiano restava lì, come ad aspettare qualcosa. E fu così che, immaginando una storia d’amore, decisero di scrivere il brano che poi proposero a Gianni Celeste che accettò di interpretarlo.
“Tu comm’a mme” parla della fine di un’importante storia d’amore e rimarca il senso dell’abbandono. Il protagonista si paragona ad un gabbiano solitario che si aggira sulla spiaggia, abbandonato dalla compagna. Nella solitudine non riesce più a sentire il desiderio di volare e immobile aspetta un suo ritorno. Un parallelismo che ha innescato l’ironia social, con la frase “Povero gabbiano” che ha iniziato a comparire su ogni bacheca. Difficile, se non impossibile, risalire al primo post, ma tra social e gruppi differenti, il tam tam ha reso virale “Tu comm’a mme”.
Ed ecco il testo originale di “Tu Comm’a Mme”:
Sopra una scogliera
Non hai voglia di volare
Guard attuorn o mare
E nun sai chill che a fa
Povero gabbiano
Hai perduto la compagna
Nun te và cchiu a vit
Te capisc ij pecchè

La tua storia è la mia
Lei che se n′è andata via
Tu finisci di volare
Io che smetto di sognare

Stavo bene insieme a lei
E non so cosa farei
Pe l’è dicere te preg
Dai rituorn nziem a me
Amo te che non ci sei
Piango e forse non lo sai
Piange un uomo ed un gabbiano
Pecchè sta tanto lontano

La tua storia è la mia
Lei che se n′è andata via
Tu finisci di volare
Io che smetto di sognare

E se fa ggià sera
E il tramonto è sopra il mare
Ma sulla scogliera
Il gabbiano resta lla
Comm me fa pen
Sul sul e abbandunat
Cerca la compagna
Che mai più ritroverà

La tua storia è la mia
Lei che se n’è andata via
Tu finisci di volare
Io che smetto di sognare

Stavo bene insieme a lei
E non so cosa farei
Pe l’è dicere te preg
Dai rituorn nziem a me
Amo te che non ci sei
Piango e forse non lo sai
Piange un uomo ed un gabbiano
Pecchè sta tanto lontano

La tua storia è la mia
Lei che se n′è andata via
Tu finisci di volare
Io che smetto di sognare

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