Castellammare di Stabia: vertenza ex Meridbulloni, giovedì presidio alla Regione

Castellammare di Stabia: vertenza ex Meridbulloni, giovedì presidio alla Regione.

Torneranno in presidio giovedì mattina, stavolta sotto Palazzo Santa Lucia, gli ex operai della Meridbulloni. Sono circa 40 i lavoratori che sono fuoriusciti dal ciclo produttivo e sperano in un reinserimento lavorativo in Campania. Ad inizio anno erano tornati sotto le tende davanti alla fabbrica di bulloni di via De Gasperi, che ha chiuso i battenti nel dicembre del 2020, poi la firma del protocollo d’intesa con il comune di Castellammare. L’ex sindaco Gaetano Cimmino aveva siglato con Cgil e Fiom un documento nel quale si legavano gli operai all’area della Meb. Uno spiraglio nonostante si tratti di un’area privata, dei fratelli Fontana, per la quale non si conoscono ancora i progetti futuri. Che possa diventare una nuova realtà industriale o turistica, l’ex capannone della Meridbulloni dovrà ospitare, secondo i sindacati, gli ex “ex artigiani dei bulloni”. Per fare questo è necessario avviarli in corsi di formazione per prepararli ad occupazioni in ambiti diversi, anche turistici o ricettivi. «La nostra richiesta di incontro con l’assessore Marchiello inviata il 20 gennaio non ha ricevuto risposta – spiega Gennaro Vitolo della Fiom – Esprimiamo forte preoccupazione a fronte dell’assenza totale delle istituzioni riguardo la vertenza Meridbulloni, tra meno di un anno scadrà la Naspi (indennità mensile di disoccupazione) per il primo gruppo di lavoratori che rischiano seriamente, dopo aver perso il lavoro, di restare senza alcuna fonte di sostentamento».

LO STALLO Il silenzio di Palazzo Santa Lucia preoccupa i delegati e le tute blu che non hanno più riferimenti politici locali, dopo lo scioglimento del consiglio comunale stabiese, e non ottengono risposte da Napoli. Nell’ultimo anno alcuni di loro avevano provato ad aggregarsi alla Sbe Sud di Alessandro Vescovini, ora diventata Sbe Varvit, ma l’esperienza a Monfalcone non è stata felice per tutti. Circa la metà degli operai è tornata indietro, sperando di trovare un’occupazione nella propria terra. A nulla è servito il progetto dell’imprenditore friulano che arrivò a Castellammare promettendo impiego per tutti prima nella sua azienda al Nord e poi in Campania. I progetti di scendere al Sud sono stati lunghi e pieni di insidie, ma la nuova fabbrica nascerà ad Acerra grazie agli investimenti promessi e l’accorso con l’Asi. Un trasferimento che non sarebbe stato possibile per tutti, una doccia gelata per chi già aveva problemi di ambientamento nella nuova filiera produttiva, e ha deciso per le dimissione e il ritorno a casa nell’incertezza per il futuro.

Fonte Il Mattino

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