Sofia Goggia in Cina , l’impresa nello sci che sa di miracolo , argento dopo un mese dall’infortunio

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    Sofia Goggia in Cina , l’impresa nello sci che sa di miracolo , argento dopo un mese dall’infortunio  A 16 centesimi della leggenda. Vicinissimi a una giornata pazzesca. Sofia Goggia urla tutta la sua gioia al traguardo, quando vede il tabellone e il suo nome è davanti a tutte, con le altre azzurre Nadia Delago ed Elena Curtoni subito dietro di lei. Ma quella gioia sarà strozzata di lì a 4 minuti da Corinne Suter, la svizzera campionessa del mondo un anno fa a Cortina, che negli ultimi 30 secondi di gara si inventa il sorpasso e toglie dal trono olimpico la Regina Sofia, negandole quella che sarebbe stata l’impresa più straordinaria della storia dello sci. L’argento che finisce al collo della campionessa bergamasca, con il bronzo di Nadia Delago a farle da cornice (mai successo allo sci azzurro nella storia olimpica), resta una medaglia titanica, un risultato a cui fino a pochi giorni fa nessuno osava credere.

    A 23 giorni dall’infortunio di Cortina, con tanto di distorsione al ginocchio sinistro, parziale lesione del legamento crociato e microfrattura del perone, è stata capace non solo di ritornare sugli sci, ma di farlo da protagonista assoluta. Quell’ennesimo infortunio, un altro in prossimità del grande evento, come quando un anno fa la ragazza delle Fiamme Gialle dovette rinunciate ai Mondiali di Cortina, avrebbe fermato chiunque, ma non la donna del trionfo di PyeongChang, la donna dei recuperi miracolosi, l’indomita bergamasca che non si arrende mai, la fuoriclasse che come l’Araba Fenice risorge ogni volta. E ogni volta hai quasi l’impressione che torni più forte e agguerrita di prima.

    Un argento pesantissimo, che solo per una manciata di minuti ha lasciato l’amaro in bocca nella campionessa uscente, poi felicissima di questo secondo posto che la catapulta comunque tra le più grandi di sempre dello sci mondiale. Certo, vincendo di nuovo avrebbe eguagliato la doppietta della tedesca Katja Seizinger, oro a Lillehammer ’94 e a Nagano ’98, ma è giusto riconoscere anche i meriti di Corinne Suter, svizzera che ha fatto valere le sue doti di scivolatrice e ha infilato un’accoppiata da favola.

    SOGNO ITALIANO

    A piedi della pista Rock di Yanqing, l’Italia ha sognato a lungo, e comunque alla fine ha piazzato due atlete sul podio e tre nella top 5. Elena Curtoni, partita con il numero 1, è stata in testa sino alla discesa di Nadia Delago, che con il pettorale 10 l’ha superata di 43 centesimi. Poi Sofia, con il 13, ha confezionato un’immagine mai vista nella discesa olimpica: tre bandierine tricolori ai primi tre posti. Che non fosse finita lì lo si sapeva benissimo, però è stata una sensazione bellissima. C’erano ancora almeno 5-6 atlete in grado di rovinare quel quadro meraviglioso: Corinne Suter, la tedesca Kira Weidle, l’austriaca Cornelia Huetter, soprattutto Lara Gut-Behrami, la vincitrice del superG, e infine l’altra austriaca Tamara Tippler. Solo la Suter ha rispettato in pieno il pronostico e l’Italia ha incassato due medaglie, che vanno ad aggiungersi all’argento vinto da Federica Brignone in superG.

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