Sistema Swift, tra le sanzioni contro Mosca: come funziona e quale impatto avrebbe sulla finanza e sull’economia globale

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Sistema Swift, tra le sanzioni contro Mosca: come funziona e quale impatto avrebbe sulla finanza e sull’economia globale

Tra le proposte dei Paesi occidentali per cercare di creare una rete sanzionaria contro l’aggressività di Mosca in territorio ucraino, troviamo un sistema di pagamenti internazionali denominato Swift.

Cos’è Swift, sistema per pagamenti internazionali

Swift è l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, letteralmente Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali.

Si tratta del principale sistema di messaggistica utilizzato dalle banche per effettuare pagamenti transfrontalieri rapidi e sicuri, consentendo al commercio internazionale di fluire senza intoppi e con garanzie. È diventato il principale meccanismo per il finanziamento dello scambio di merci a livello globale.

Swift, fondata negli anni ’70, nel concreto, è una rete informatica che unisce circa 11.000 istituzioni finanziarie sparse in ogni parte del mondo.

Ma non si tratta di una vera banca: questo significa che Swift non possiede fondi, titoli e non ha alcuna gestione di conti dei clienti. Il consorzio internazionale di banche e istituzioni offre dei servizi, tramite sistema di messaggistica. Sintetizzando, manda avvertimenti alle banche su transazioni che stanno per verificarsi.

Come funziona il sistema Swift?

Il sistema non fa altro che assegnare a ciascuna organizzazione finanziaria un codice univoco che contiene 8 o 11 caratteri.

Cosa significa escludere la Russia da Swift

Non c’è unanimità sul divieto del circuito Swift per la Russia e questo perché diversi Paesi, anche l’Italia, dubitano sui reali effetti di una sanzione simile. Il timore, infatti, è che a pagare le spese di questa esclusione siano transazioni anche di nazioni e banche non russe.

Innanzitutto occorre evidenziare che la mossa potrebbe escludere la Russia dalla maggior parte delle transazioni finanziarie internazionali, compresi i profitti dalla produzione di petrolio e gas. Tuttavia, l’impatto sulle imprese russe potrebbe non essere così grave. Il capo di una grande banca russa, VTB, ha affermato di recente che potrebbe aggirare le conseguenze di tale scelta utilizzando altri canali per i pagamenti, come ad esempio indirizzare i pagamenti attraverso Paesi che non hanno imposto sanzioni, come la Cina.

Esiste, infine, il rischio che una sanzione del genere possa danneggiare lo status del dollaro USA come valuta di riserva globale e accelerare l’uso di alternative come le criptovalute.

Concludendo, occorre considerare anche che Mosca è il principale fornitore dell’UE di petrolio greggiogas naturale e combustibili fossili solidi e se le aziende russe non potranno accedere a questo sistema di transazioni, i Paesi europei potrebbero avere difficoltà a trovare fornitori sostitutivi.

 

 

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