Piano di Sorrento, il Prof. Ciro Ferrigno ricorda quando nel 1962 Papa Giovanni XXIII invitò a pregare per scongiurare la guerra

Piano di Sorrento. Riportiamo il toccante racconto del Prof. Ciro Ferrigno in questo momento storico così tragico: «Ci risiamo? Sì, ci risiamo. Tutto muta, tutto resta uguale. Eravamo bambini, eppure ricordo chiaramente quella limpida mattina del 1962, quando la maestra Michela Scotto, di cara memoria, ci disse di alzarci in piedi per recitare una preghiera. “Se scoppia la guerra, sarà la fine dell’umanità”, aveva detto. Noi non capivamo certo la gravità di quella affermazione, ma il suo volto buio, teso, quasi lacrimoso, pieno di ombre e paure, era per noi, abituati al suo sorriso, un motivo più che valido per pregare con fede, in piedi e con le mani giunte.
E sul limitare del precipizio, nelle ore dell’angosciosa attesa, c’era da Roma, Angelo Roncalli, il grande dono di Dio all’umanità, Papa Giovanni XXIII, che invitava tutti alla preghiera, nei suoi accorati appelli al mondo, trasmessi dalla Radio Vaticana: “Quanti hanno responsabilità di potere, con la mano sulla coscienza, ascoltino il grido d’angoscia che, in ogni parte della terra, dai piccoli innocenti agli anziani, dai singoli individui, alle comunità, sale verso il Cielo: Pace! Pace!…”, Scongiuriamo tutti i Governanti di non rimanere insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventose conseguenze…”
L’umanità si trovava decisamente sull’orlo del baratro, nel pericolo concreto che potesse scoppiare una guerra nucleare. Sull’isola di Cuba missili a testata nucleare, armati da tecnici sovietici, erano puntati contro gli Stati Uniti. Per Kennedy l’alternativa era tragica: o accettare quella nuova umiliante provocazione, o rischiare la guerra atomica. Si parlava di attacco strategico alle basi e di invasione dell’isola da parte dei marines. John Kennedy parlò alla Nazione ed annunciò come misura iniziale il blocco navale dell’isola e dichiarò che ogni missile lanciato da Cuba sarebbe stato considerato come un attacco diretto dell’Unione Sovietica. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU fu convocato d’urgenza. Giovedì 25 ottobre una nave forzò il blocco ed il mondo restò con il fiato sospeso. La sera di sabato 27, il presidente Kennedy dettò l’ultimatum a Kruscev, che giunse a Mosca via telegrafo. A Roma Papa Giovanni passò la notte in ginocchio, pregando per la pace. Alle nove di domenica mattina Kruscev annunciò lo smantellamento e il ritiro delle armi missilistiche da Cuba.
Aveva vinto la pace. La nostra preghiera aveva avuto buon fine».

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