Papa Francesco all’ambasciata russa in Vaticano: «Preoccupato per quanto sta avvenendo in Ucraina»

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Papa Francesco all’ambasciata russa in Vaticano: «Preoccupato per quanto sta avvenendo in Ucraina». Ne parla Gian Guido Vecchi in un articolo del Corriere.

Papa Francesco, questa mattina, si è recato all’ambasciata russa presso la Santa Sede, in via della Conciliazione a Roma, per esprimere la sua «preoccupazione» per la guerra in Ucraina . Il Pontefice è rimasto nell’ambasciata «poco più di mezz’ora», prima di prendersi qualche giorno di riposo, si fa sapere in Vaticano: a causa di «un’acuta gonalgia», e cioè di un forte e persistente dolore a un ginocchio, Bergoglio non potrà andare a Firenze domenica, né presiedere le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri che la settimana prossima segnerà l’inizio della Quaresima, quest’anno «Giornata di digiuno per la pace» indetta dal pontefice per il conflitto alle porte dell’Europa .

«Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra, che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici», ha detto Francesco. I problemi al ginocchio sono una novità relativa, da anni Bergoglio soffre di sciatalgia e ha problemi di deambulazione, tanto da usare scarpe ortopediche. Altre volte in passato è stato costretto a rinunciare a celebrazioni perché il dolore gli rendeva difficile restare in piedi troppo a lungo. A Firenze avrebbe dovuto celebrare una messa nella Basilica di Santa Croce a conclusione dell’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo, almeno prima della rinuncia del Papa era prevista anche la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro «di rilievo storico», come hanno ripetuto sia il sindaco di Firenze Dario Nardella sia il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e più che mai attuale: nel segno del «sindaco santo» Giorgio La Pira, si sta riflettendo sulle prospettive di pace nell’area nel Mare Nostrum. Francesco, prima della messa, avrebbe dovuto vedere sindaci e vescovi nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, alcune famiglie di profughi e rifugiati nella Sala d’Arme, e poi incontrare in privato il presidente Mattarella prima della celebrazione. È tuttavia probabile, considerato quanto sia importante il tema per Francesco – il 2 e 3 aprile è previsto un viaggio a Malta, dopo quello a Cipro, Grecia e Lesbo di inizio dicembre -, che il Papa trasmetta comunque un messaggio per la conclusione dell’incontro.

In via della Conciliazione, il Papa ha incontrato l’ambasciatore russo Alexander Avdeev, che ha riferito ai media russi che «il Papa voleva personalmente chiedere della situazione in Donbass e Ucraina» e ha espresso la sua preoccupazione per le condizioni della popolazione, esortando ad «avere cura dei bambini, i malati e tutti i sofferenti». Al momento non ci sono mediazioni ufficiali ma la Santa Sede è pronta a fare la sua parte. Francesco, che il 17 dicembre aveva parlato al telefono con Putin, incontrerà il patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, «tra giugno e luglio», secondo la diplomazia russa. Proprio ieri Kirill, la più alta autorità religiosa della Russia, ha diffuso una dichiarazione non scontata, dopo l’intervento militare deciso da Putin: «Esorto tutte le parti in conflitto a fare tutto il possibile per evitare vittime civili. Invito l’intera Chiesa ortodossa russa a offrire una speciale, fervente preghiera per il rapido ripristino della pace». Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha spiegato che il tempo della diplomazia, nonostante tutto, non è finito: «C’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra».

In serata il pontefice ha pubblicato per la prima volta un tweet in russo contro la guerra e poi anche uno in ucraino. «Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato — scrive sul social—. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male». Il messaggio riprende un passaggio dell’enciclica «Fratelli tutti».

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