Campania, De Luca: «Davanti agli occhi le immagini drammatiche dall’Ucraina, la Russia rappresenta un pericolo» segui la diretta

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Campania, De Luca: «Davanti agli occhi le immagini drammatiche dall’Ucraina, la Russia rappresenta un pericolo». Anche oggi, 18 febbraio 2022, come oramai usuale per ogni venerdì dall’inizio della pandemia, alle 14.45 il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, durante la diretta settimanale per gli ultimi dati sul virus, ha fatto il punto della situazione sui principale fatti di attualità, dedicando ampio spazio, in particolare, alla guerra in Ucraina, agli scenari che si aprono ed alle possibili ripercussioni per l’Italia e la Campania.

«Abbiamo tutti davanti agli occhi le immagini drammatiche che arrivano dall’Ucraina. Voglio esprimere la nostra solidarietà più profonda al popolo ucraino, a quelli che stanno vivendo in queste ore momenti drammatici, alle famiglie che vengono sconvolte, ai profughi che cominciamo a trovare in fuga dai territori di appartenenza. Solidarietà piena e profonda sperando ovviamente che la guerra non si scarichi in maniera drammatica sulle popolazioni civili. È stato per tutti noi un risveglio amaro, non avremmo mai immaginato di ritrovare le immagini che avevamo visto nei resoconti della Seconda guerra mondiale. Ci sono stati conflitti anche in Europa in questi anni nel dopoguerra, in particolare abbiamo avuto nell’ex Jugoslavia conflitti drammatici, episodi di barbarie, di pulizia etnica, ma non avevamo mai avuto un’immagine così violenta e pesante di una guerra vera messa in campo da un grande Paese e una grande potenza militare come la Russia», ha esordito De Luca.

«La Russia di oggi, al di là di esigenze legittime di sicurezza nazionale, rappresenta un pericolo permanente per questo motivo, perché il Governo russo ha questo retropensiero: ricostruire in qualche modo l’impero, la superpotenza. La Russia sta vivendo con grande frustrazione il crollo dell’Unione Sovietica, il passaggio da grande potenza planetaria a Stato regionale. Putin interpreta questa grande frustrazione. Negli anni passati Gorbaciov, che ha accettato il crollo del muro di Berlino e quindi la disgregazione successiva dell’Unione Sovietica, è stata una personalità politica che ha avuto grande popolarità in Occidente, ma che viene disprezzata in Russia dove è considerato responsabile della disgregazione dell’impero. Putin ha come retropensiero quello di ricostruire in qualche modo l’impero. Il problema non finirà con l’Ucraina e avremo davanti a noi anni, forse decenni, difficili. L’episodio di questa guerra cambia gli equilibri in Europa e nel mondo e apre una nuova pagina nella storia contemporanea», ha continuato il presidente campano.

«Le conseguenze economiche di questa guerra colpiranno la Russia, ma nell’immediato anche i Paesi occidentali e due Paesi in modo particolare: l’Italia e la Germania. L’Italia per due ragioni: perché siamo dipendenti dal gas russo, abbiamo la dipendenza energetica più pesante di tutti i Paesi occidentali, e perché con la Germania siamo i Paesi che esportano di più tecnologie, meccanica di precisione, in Russia. Le sanzioni economiche bloccheranno questi scambi commerciali. Subiremo un danno dal punto di vista delle esportazioni industriali più pesante rispetto ad altri Paesi. Noi non possiamo allontanarci neanche per un attimo né dalla Nato né dall’Europa, dobbiamo rimanere in un contesto di piena e totale solidarietà con l’Alleanza atlantica e i Paesi occidentali. ma dobbiamo anche in maniera intelligente porre ai nostri partner il problema. Siccome la realtà presenta un quadro diverso delle conseguenze delle sanzioni da Paese a Paese, noi dobbiamo essere solidali nel momento in cui accettiamo tutti di mettere le sanzioni alla Russia, ma dobbiamo anche essere solidali quando si tratterà di aiutarci tutti a reggere le difficoltà economiche. Detto con ancora maggiore chiarezza: se dovessimo avere l’interruzione della fornitura di gas da parte della Russia, ci dovrà essere un meccanismo di solidarietà di tutti i Paesi occidentali verso l’Italia e, se necessario, verso la Germania, utilizzando in comune le risorse strategiche di gas accumulate in ogni Paese. Non possiamo mai far venir meno neanche per un istante la solidarietà atlantica ed europea».

«Questa guerra ci pone anche il problema dell’autonomia energetica dell’Italia. Da questo punto di vista l’Italia è il Paese più debole dell’Occidente, siamo dipendenti dal punto di vista delle forniture energetiche dai Paesi esteri per il 95%. Un Paese dipendente dagli altri per il 95% non può difendere la propria autonomia e libertà sul lungo periodo. Questa vicenda ha richiamato l’Italia alla realtà dura. Per troppi anni, per decenni l’Italia non ha considerato con attenzione il problema della sua autonomia energetica. Non possiamo essere messi in ginocchio dalla chiusura di un gasdotto o dal blocco delle forniture petrolifere. Le vicende di queste ore e di questi giorni ci richiamano al dovere di non consentirci lussi che altri Paesi non si consentono. In questi decenni noi abbiamo dato prova di grande superficialità, infantilismo e dilettantismo politico, ci siamo comportati come bambini viziati. Abbiamo detto no a tutte le fonti energetiche, non comprendendo che riorientare la nostra economia in direzione di una transizione ecologica non può significare perdita di autonomia e cambiare tutto un sistema dalla sera alla mattina. I tempi sono perlomeno medi. È chiaro che la direzione di marcia è quella, ma non possiamo non porci il problema dell’autonomia energetica del nostro Paese», ha terminato il governatore.

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