Addio a Ferraioli, l’ex sindaco di Furore che ha trasformato il Fiordo in un’icona

Più informazioni su

Addio a Ferraioli, l’ex sindaco di Furore che ha trasformato il Fiordo in un’icona. Ne parla Mario Amodio in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Ha rivitalizzato un paese che era considerato di passaggio trasformando in icona di territorio il Fiordo e quei grappoli di monazeni in cui trovarono rifugio Anna Magnani e Roberto Rossellini. Ma soprattutto ha creato sviluppo intorno al fenomeno enogastronomico. È lungo l’elenco delle cose che una mente vulcanica come quella di Raffaele Ferraioli ha realizzato per la sua Furore. Ma soprattutto per la Costiera, da ieri orfana di uno dei pochi illuminati amministratori, capace come è stato di regalare a questa terra la promozione tra i siti Unesco e due riconoscimenti comunitari: l’igp al limone sfusato e la doc ai vini del territorio.

La notizia della scomparsa di Ferraioli ha fatto in pochi minuti il giro della Costiera, generando sconcerto e dolore in quanti lo hanno avuto come amico, come amministratore ma soprattutto ne hanno apprezzato le doti umane e politiche. Appartenente a una classe di ferro, quella dei democristiani che sapevano ascoltare il popolo, nel 2015 Farraioli, da sindaco di Furore, raggiunse il traguardo dei 50 anni di vita amministrativa. Settantotto anni e un passato prima tra le file della Dc poi nel Ppi e infine nel Pd, Ferraioli è stato sulla breccia della vita politica locale per mezzo secolo. E più precisamente dal 13 giugno 1965, quando fu eletto per la prima volta consigliere comunale di Furore. Cinquant’anni di politica, in cui è stato anche assessore prima e presidente poi della Comunità Montana Penisola Amalfitana, fatti di momenti di gloria e qualche immancabile dispiacere come quelli legati alle lunghe vicende giudiziarie da cui è uscito senza macchia.

Più informazioni su

Commenti

Translate »