“Revelation” degli Opera Nera con Fofò Bruno guest in “Agnus”

Qualche tempo fa parlavo con un amico della possibile réunion dei mitici Black Sabbath, intendiamoci, di Ozzy Osbourne, Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward, forse in occasione dei giochi del Commonwealth di quest’anno, a Birmingham? Staremo a vedere, ricordavamo l’album del 1975, “Lucifer Rising”, e per ironica combinazione Google ci rimanda la copertina di un altro Lucifero, ischeletrito e schiantato al suolo, l’immagine appare sull’ultimo progetto musicale “Revelation” degli Opera Nera, band heavy metal napoletana. Gli “Opera Nera” si erano messi in luce nel 2020 con “Land Of Salvation”, progetto musicale che è un vero e proprio esempio di artigianato hard rock con assoli epici, variazioni di stampo prog, riff assassini, tutto orchestrato senza sbavature. Con questo nuovo progetto gli artigiani sono diventati artisti, si lasciano attraversare da idee alt rock, si esprimono in inglese, tedesco e spagnolo, il loro sound gli avvicina ai Black Sabbath e ai Pantera. Gli Opera Nera si rivelano  veri maestri, il bassista del gruppo Alessandro Pacella è il fondatore storico dei “Loadstar”, band attiva fin dalla prima metà dei lontanissimi 80, mentre il cantante Tiziano Spigno, ha inciso con i Lucky Bastardz, infine il gruppo si è recentemente fatto apprezzare musicando anche “Nosferatu”, il capolavoro di Murnau, per un’ora e mezza di musica totalmente inedita. Le nove tracce di “Revelation” sono “hard rock” colto e raffinato. Il dialogo tra umano e divino, tema dell’album, ha inizio con “Kyrie”, quel Kyrie eleison, la benevolenza chiesta all’Altissimo, che gli uomini invocano ma il loro grido è destinato a infrangersi nell’“Abbiamo Dio con noi”, altro verso che fa da controcanto, ed è la scritta che i nazisti portavano incisa sulle loro cinture: musica, parole e immagini durissime. In “Gloria” (con Gabriele Caccia alle tastiere) la melodia cambia registro, diventa quasi prog, l’invocazione perde il senso di cupa disperazione che aveva nel “Kyrie eleison” della prima traccia, rifiorisce. Ma è in “Agnus” che l’album rivela tutta la sua potenza espressiva, un trittico che è una vera e propria preghiera heavy metal fin dall’incipit: Cordero de dios que quitas el pecado del mundo. In “Agnus” alla chitarra e al baklava splende la maestria di Fofò Bruno, un pugno in faccia è invece il verso “balar y morir” contro la pedofilia nella Chiesa del miserere con Juan Murube. L’album si chiude con “Ite” ad accompagnarci nell’”Apocalisse” è la voce melodiosa di Loretta Moretto. Hardrock, citazioni a “Le Sacre du printemps” di Igor’ Fëdorovič Stravinskij, flamenco e code punk, l’album che ci consegnano Alessandro Carrino, Marco Napolitano, Alessandro Pacella, Eduardo Spada e Tiziano Spigno è veramente sorprendente, anzi diabolico!
Di Luigi De Rosa

Link ufficiale: http://www.operanera.com

Generico gennaio 2022
Gli Opera Nera: Alessandro Carrino, Marco Napolitano, Alessandro Pacella, Eduardo Spada e Tiziano Spigno

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