Meta, la riflessione di Don Antonio Soldatini sul Giuspatronato ovvero il diritto dei fedeli di eleggere il proprio parroco

Meta. Da tempo in penisola sorrentina si discute del diritto del Giuspatronato, ovvero il diritto da parte dei fedeli di alcune parrocchie a poter eleggere il proprio parroco. Il giuspatronato è il diritto di “patronato” sul beneficio ecclesiastico, riconosciuto giuridicamente dalla Chiesa e spettante a chi ha costituito la dote patrimoniale del beneficio al momento della sua fondazione o l’ha incrementata successivamente, nonché ai suoi successori legittimi.
In tutto il mondo esistono ad oggi solo 21 parrocchie i cui fedeli godono del diritto di Giuspatronato e ben 7 sono nell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia e sono S. Maria di Casarlano (Sorrento), S. Maria delle Grazie (Trasaella – Sant’Agnello), S. Prisco e Agnello (Sant’Agnello), S. Maria di Mortora (Piano di Sorrento), S. Michele Arcangelo (Piano di Sorrento), SS. Trinità (Piano di Sorrento), S. Maria del Lauro (Meta). Ma da circa 15 anni le suddette parrocchie sono rette da Amministratori parrocchiali nominati dal Vescovo ed i fedeli attendono di poter esercitare il diritto di eleggere il proprio parroco.
E sull’argomento riportiamo una riflessione pubblicata da Don Antonio Soldatini di Meta: «La tradizione di Eleggere il parroco da parte dei fedeli…….Mi ha detto Graziella, la mia vicina di casa, che ha l’abitudine di sbucciare i broccoli stando seduta al di fuori della porta di casa, su di un ampio terrazzo, pieno di sole, quando il tempo lo permette, che la sua nonna le parlava spesso di una abbadessa di un monastero antico, entro le mura di Sorrento. Questa badessa era molto stimata e consultata per la sua saggezza e santità. Avendo saputo, questa veneranda suora, che in una parrocchia della penisola sorrentina i fedeli maschi, rispettando una antica tradizione, si preparavano ad eleggere il proprio parroco, invitò presso il suo monastero i sacerdoti (sette) coinvolti nella elezione i quali, stimando tanto la badessa, si presentarono da lei. La badessa, leggendo i documenti antichi, aveva notato che in ogni elezione popolare del parroco si erano manifestate delle tensioni tra le famiglie dei sacerdoti coinvolti, tra i rioni da cui provenivano, e da rappresaglie successive all’esito delle elezioni. Illustrando queste difficoltà reali ai sacerdoti presenti li invitò a ricordare che era importante salvaguardare una antica tradizione, ma era ancora più importante ribadire una legge fondamentale della comunità cristiana, sulla quale viene costruita tutta la chiesa, senza quale non può esistere, cioè la carità cristiana, la comunione tra i fratelli e la solidarietà! La madre badessa invitò caldamente i sacerdoti a scegliere tra di loro un candidato unico con l’accordo di tutti perché la comunione tra loro avesse il sopravvento sull’interesse privato. I Sacerdoti accettarono!!!! Graziella mi ha riferito questo aneddoto perché negli ultimi tempi si è ripresentato il problema della elezione dei parroci e mi ha fatto notare che bisogna interpretare le antiche tradizioni aprendole alle necessità del presente e ai traguardi raggiunti dallo spirito cristiano, perché la conservazione di un diritto non offenda la crescita spirituale del popolo di Dio».

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