“Majacosajusta” il nuovo album degli Araputo Zen

Napoli – “Majacosajusta” (NoWords Records) questo il titolo del nuovo progetto musicale del quintetto degli “Araputo Zen” uno dei gruppi emergenti più apprezzati del panorama musicale napoletano. “Majacosajusta” è un’imprecazione beffarda e sarcastica, i musicisti degli “Araputo Zen” sembrano averla scelta come titolo del proprio album per esorcizzare tutte quelle cose che nonostante l’impegno profuso non vanno, non funzionano, non danno la soddisfazione sperata.”Majacosajusta”, racconta la band, composta da Dario De Luca (chitarre, mandolino), Alfredo Pumilia (violino), Valerio Middione (chitarra acustica), Pasquale Benincasa (percussioni) e Bruno Belardi (contrabbasso), è un invito alle persone a fare solo le cose che piacciono, accantonando i consigli non richiesti. Loro stessi confessano di ricevere spesso il consiglio non richiesto, di aggiungere una voce al gruppo, suggerimento puntualmente disatteso perché non ne sentono alcuna necessità. Anche il nome della band ha un significato sui generis e nasce da un’esclamazione dello slang dei giovanissimi a cui i cinque appartengono, infatti, l’età media dei componenti va dai 20 ai 30 anni, “s’è araputo o’ zen”, tradotto in italiano “si è aperto lo zen”, espressione adoperata quando nell’elaborazione di un’idea si è raggiunta la massima ispirazione, “eureka!” avremmo esclamato noi della vecchia generazione. L’album è composto da sette movimenti “ethno-prog” in cui si fondono generi diversi come jazz, rock, world music e rivivono le intramontabili atmosfere della musica tradizionale napoletana, soprattutto grazie a strumenti come il mandolino e il violino. Ogni traccia è legata a un luogo caratteristico, come “Vefio” e “(In)sanità”, rispettivamente dedicate a Procida e al mitico quartiere la “Sanità”, protagonista spesso della drammaturgia eduardiana. A questi brani aggiungiamo riflessioni su “Drummond Nel Vento” , pezzo che apre il disco, che immerge l’ascoltatore da subito nelle atmosfere etniche con intrecci di chitarra, contrabbasso e percussioni su cui si inseriscono melodie di violino. Quindi la milonga rivisitata in “Makipegua” che riconduce ad atmosfere più classiche. Il terzo brano “Venerdì Mattina” è, invece, un breve passaggio con un grido in lontananza e il piacevole suono del mare, il rintocco di campane, percussioni e inserti di violino. Una rilettura degli elementi progressive è quella rappresentata dal brano “Algheritmi”. infine “Majacosajusta”, che chiude il progetto, riassume perfettamente la proposta della band. Questa volta la parte etnica tocca più parti del Mediterraneo, spaziando dalle influenze spagnole a quelle delle percussioni arabe, rivisitando sonorità tradizionali in chiave rock. Un brano riuscito che conclude questo piacevole ascolto, lasciandoci buone sensazioni. Gli “Araputo Zen” sono da annoverare di diritto tra quel folto gruppo di musicisti partenopei che guardano al passato senza rinunciare a creare un proprio e originale linguaggio musicale, come i coetanei dell’Ars Nova Napoli, Suonno d’Ajere e Malhuma.
A cura di Luigi De Rosa

Generico gennaio 2022
Araputo Zen

Link ufficiale : https://www.facebook.com/araputozen

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