Giornata della Memoria: Positano, storia di bellezza e di accoglienza

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Giornata della Memoria: Positano, storia di bellezza e di accoglienza. Ringraziamo di cuore chi ci  ha inviato il ricordo di Adriana Canosa , amorevole curatrice della nostra biblioteca comunale per l’associazione Posidonia , grande risorsa per il paese, e Marica Milano.

In occasione della giornata della memoria del 27 Gennaio 2022 POSITANO STORIA DI BELLEZZA E DI ACCOGLIENZA

Il racconto è un elaborato della studentessa e volontaria della Biblioteca comunale Marica Milano di anni 17 che ha raccolto ricerche e memorie storiche apprese dalle voci del compianto Architetto Romolo Ercolino e da Adriana Canosa instancabile e insostituibile segretaria della storica Associazione Posidonia nonché preziosa collaboratrice della Biblioteca.

Tra l’inizio degli anni ’30 e la fine della guerra Positano si ritagliò un piccolo e prezioso pezzo di storia, allontanandosi dagli orrori e le discriminazioni che stavano lacerando l’Italia ed il resto del mondo.

In quel periodo il paese si popolò di scrittori, pittori, musicisti e artisti di ogni genere provenienti da tutta Europa che, “attratti non solo dalla bellezza del paesaggio, dal clima mite e la pace, ma anche dalla cordialità mai invadente dei locali” (come scrive Romolo Ercolino nel libro “La Città Verticale”), trovarono casa e rifugio nel nostro territorio.

Famosi furono i ballerini russi Leonide Massine e Rudol’f Nureev, il filosofo Eduard Gillhausen (con l’abitudine di dormire di giorno e studiare la notte), gli scrittori Stefan Andres e Michail Semenov, i pittori Karli Sohn-Rethel, Kurt Craemer e Ivan Zagoruijko, la ceramista Irene Kowaliska e molti altri.

Tutti questi diedero vita ad un vero e proprio “centro culturale” nel nostro paese, infatti erano soliti incontrarsi di notte dove oggi si trova il noto ristorante “Buca di Bacco”, bevendo vino e facendosi accompagnare dalla musica dell’unico grammofono di Positano che era stato portato dalla Russia da Sohn-Rethel.

Passavano quindi le serate improvvisando spettacoli, scambiandosi poesie, dipingendo, parlando dei loro paesi, della loro cultura e della guerra, scambiando idee e opinioni anche con tutti gli abitanti del paese, dando vita a lunghi scambi culturali che avrebbero poi influenzato un po’ tutta Positano (che diverrà ancora più importante e splendente negli anni 60).

La nascita di questi incontri venne attribuita al famoso Gilbert Clavel (scrittore di “Un Istituto per Suicidi”) che acquistò la torre saracena di Fornillo, diventando “volto” della vecchia Positano e dando vita a diverse dicerie secondo le quali egli, dopo la morte, si diverta a far perdere i visitatori tra i piccoli corridoi della sua torre.

In tutto questo gli abitanti ebbero però un ruolo fondamentale: con grande coraggio sfidarono il Regime, salvando e proteggendo tantissime vite.

Come racconta Adriana Canosa, oggi volontaria alla Biblioteca Comunale di Positano e componente dell’associazione “Posidonia”, fondamentale fu il ruolo del parroco del tempo e del Maresciallo Canosa, suo padre.

La famiglia Canosa, composta da 11 persone, viveva vicino alla Chiesa Madre, una zona poco abitata e che di notte era completamente buia (dobbiamo infatti ricordare che l’elettricità arrivò in paese molto tardi, anche avere una torcia era molto raro).

Fu allora che il Maresciallo Canosa, con la collaborazione del Monsignore Saverio Cinque, decise di sfruttare il posto per nascondere delle famiglie di religione ebraica proprio sul tetto della chiesa.

I due, aiutati da altri fidati amici, portarono ogni sera cibo e acqua ai rifugiati, assicurandosi che nessuno riuscisse ad avvicinarsi al vecchio “sgabuzzino”.

Adriana, infatti, racconta di come suo padre fosse solito uscire dopo cena per “fumare una sigaretta”, facendo scomparire sempre qualcosa da mangiare che in famiglia, nonostante la guerra, non mancava mai.

Inoltre, proprio in quegli anni, cominciò a girare una voce secondo la quale la chiesa fosse infestata da fantasmi: di sera le persone nascoste, per raggiungere un bagno che si trovava all’esterno dello sgabuzzino, erano solite coprirsi con dei lunghi teli bianchi che, dall’alto della piramide di case, apparivano come strane figure spettrali.

Tra le tante persone di religione ebraica spiccano anche nomi particolarmente famosi come : lo scrittore russo Essad Bay (poi convertito all’Islam), i pittori Martin Wolff ( che verrà catturato e deportato ad Auschwitz nel 1944) , Peter Ruta e Michele Theile, riconosciuto per le sue opere raffiguranti porte e finestre sbarrate e che imparò a dipingere grazie agli insegnamenti di Karli Sohn-Rethel e Kurt Craemer, inoltre ebbe contatti con Stefan Andres (di fatto sua madre scrisse a macchina la prima copia del romanzo “Wir sind Utopia”, “Noi siamo Utopia”).

Positano fu un piccolo paradiso per molte persone, un luogo dove tutti, a prescindere dal colore della pelle, orientamento sessuale o religione, trovarono riparo grazie alla semplicità e all’amore che i cittadini seppero trasmettere, onorando quell’unica e vera tradizione che avrebbe poi caratterizzato Positano per molti anni: l’accoglienza.

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