Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria: ecco come Positano salvò gli ebrei dai nazisti

Ogni anno il 27 gennaio si commemorano le vittime dell’Olocausto che quasi ottant’anni fa teneva furono perseguitate da nazisti e fascisti. Ecco alcuni ricordi della Positano e la costiera amalfitana che accoglievano i perseguitati di una delle stragi più grandi della storia.

Aperti i cancelli

Il Giorno della Memoria ricorre il 27 gennaio di ogni anno e, giunti nel 2022 al 77esimo anniversario, ricordiamo il 27 gennaio del 1945, quando le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il vicino campo di concentramento di Auschwitz e liberandone i superstiti. Sono tante, forse troppe, le persone che hanno ancora ben siglato in mente quel codice. Si, perché nei campi di concentramento tutti venivano privati della loro individualità, del loro essere, diventando carne da macello.

I superstiti

Molti dei perseguitati dal genocidio trovarono esilio in alcuni borghi e paesini italiani, dando vita a vere e proprie comunità. Tra le persone sopravvissute in clandestinità nei territori occupati dai nazisti ci sono molte personalità famose come Rita Levi-Montalcini, François Englert, Roald Hoffmann, Carlo Levi, Franca Valeri, Guido Alberto Fano, e Curt Lowens, solo per citarne alcune.

Positano rifugio di artisti

La costiera amalfitana, a modo suo, ha potuto contribuire alla tutela dei perseguitati. Positano ha accolto e protetto alcuni rifugiati, tra i quali molti artisti e letterati: Stefan Andres, Armin T. Wegner, Karli Sohn-Rethel, Kurt Craemer ed Irene Kowaliska sono tra quelli che soggiornarono più a lungo nella perla della costiera amalfitana. Questi primi ospiti che intendevano «nascondersi per un paio d’anni ai margini della storia sottraendosi alle sue sfide» (Andres), finirono per diventare i protagonisti della scoperta della vocazione turistica di questo territorio. Così, nel mezzo di una delle pagine più buie della storia, un gesto di accoglienza seppe dare vita alla fortuna della nostra comunità. Una storia più vicina di quanto pensiamo, da ricordare e dalla quale imparare”.

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