Carenza di sangue negli ospedali salernitani: l’Ordine dei Medici lancia un appello: “Recatevi a donare il sangue”

Carenza di sangue negli ospedali salernitani: l’Ordine dei Medici lancia un appello: “Recatevi a donare il sangue”.

Negli ospedali salernitani c’è carenza di sangue. L’emergenza è presente sia nell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, sia nelle strutture circostanti che dispongono dell’emoteca.
Non bastano le difficoltà portate dalla pandemia da Covid 19, ma si aggiungono anche problematiche legate, appunto, alla carenza di sangue, ai ritardi e alle cancellazioni o rinvio di interventi chirurgici programmati da tempo. Sono molti, infatti, i pazienti che attendono, anche da mesi, interventi chirurgici che non possono essere effettuati a causa di una mancata organizzazione o carenza di personale, causa positività al Coronavirus.
L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno ha lanciato un appello ai cittadini e ai medici di famiglia, perché si facciano portatori della richiesta di aiuto presso i loro pazienti.

«Donare il sangue significa, per ciascuno di noi, donare la vita a qualcuno e quel qualcuno potrebbe essere un membro della nostra famiglia. Non dobbiamo mai permettere che le riserve di sangue siano scarse ancor più in questo momento, perché ciò significa non riuscire ad assicurare l’assistenza giusta. La banca del sangue deve essere sempre fornita per poter servire all’occorrenza e in tempo tutti gli ospedali del nostro territorio con e senza emoteca. Non lasciamo che siano solo i volontari dell’Avis a occuparsi di questo importante aspetto della vita di tutti noi e rechiamoci anche nei centri, in primis quelli più grandi, quali San Leonardo, l’ospedale di Nocera, l’Ospedale di Eboli, e via via, di Battipaglia, Polla fino a Vallo, dove è possibile sempre donare il sangue rispettando un opportuno digiuno». Questo è il grido di appello che ha lanciato il Presidente dell’Ordine dottor Giovanni D’Angelo.

Il sangue può essere donato da tutti coloro che non hanno ancora compiuto i 60 anni d’età (se si tratta di prima donazione), mentre 65 anni per i donatori abituali.