Campania: certa la zona gialla, si rischia l’arancione

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Campania: certa la zona gialla, si rischia l’arancione. Stabili i contagi in Campania ma peggiora nettamente la situazione negli ospedali con lunghe file, riapparse ieri come un anno fa, al pronto soccorso del Cotugno, principale Covid center della regione. Ma proprio dall’andamento degli ultimi giorni è chiaro che i vaccini restano un fondamentale presidio per mitigare le conseguenze della pandemia: il 23 novembre del 2011, al picco della seconda ondata, in Campania c’erano 2.331 ricoverati e 201 pazienti in terapia intensiva con 103.509 positivi (25 mila in meno di oggi) e il triplo dei decessi al giorno.

Ma c’è da fare i conti con uno stress sul fronte ospedaliero che si traduce nel superamento dei tassi soglia di ospedalizzazione fissati al 10 per cento in rianimazione e al 15 per cento in degenza ordinaria (limite già superato già da 10 giorni) spingendo così la regione in zona gialla. Una decisione che scatterà oggi al monitoraggio settimanale in programma in cabina di regia a Roma. Con gli 868 posti letto occupati ieri nei Covid center (53 in più in 24 ore) e i 73 di Rianimazione (otto in aggiunta rispetto a quelli del giorno prima) è stato raggiunto, infatti, rispettivamente un livello di occupazione di posti letto del 27,4 per cento in area medica e dell’11,1 per cento in area critica.

Anche in Campania il tasso di incidenza questa settimana è aumentato enormemente, 1.512 casi ogni centomila abitanti; era 735 una settimana fa, 281 due settimane fa e 136 quattro settimane fa. Per ora le maggiori restrizioni si traducono in un teorico giro di vite sui controlli relativi al Green pass e sull’uso della mascherina anche all’aperto (obbligo già da mesi in vigore in Campania) ma se continuasse l’attuale trend bisognerebbe presto fare i conti con la possibilità di passare in zona arancione. In questo caso la stretta sarebbe ben più sensibile con il semaforo rosso ai non vaccinati privi di Super Green pass che non potrebbero più uscire dal comune di residenza se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza. Ieri, intanto, in Campania sono stati contati 16.512 casi contro i 16.972 del giorno precedente segnando il 14,3% di positivi al tampone contro il 14,5% del 5 gennaio, 7 i decessi che, aggiunti ai 26 del giorno prima (compresi quelli contabilizzati con ritardo), portano a un netto peggioramento degli esisti della malattia. Si tratta probabilmente degli effetti della scia lunga della più temibile versione Delta e Delta plus del virus, ormai in fase di superamento da parte di Omicron. Ma sarebbe un errore imperdonabile sottovalutare le conseguenze della maggiore contagiosità di quest’ultima i cui principali effetti riguardano la paralisi di tutte le articolazioni della macchina sanitaria tanto da far lievitare alla fine gli esisti infausti per questa e anche per altre patologie acute. Un dato quest’ultimo da misurare peraltro con la quota di malati fragili e anziani con pluripatologie che vengono selezionati anche da Omicron.

Anche nel resto d’Italia, si è assistito a un nuovo aumento della febbre del virus, non tanto per i nuovi contagi, che pure segnano un nuovo massimo, ma per l’ormai costante sensibile aumento dei ricoveri che fatalmente prelude ad un ulteriore aumento dei decessi nel giro di qualche settimana. A fronte di pochi tamponi sono stati trovati molti più casi, 219.441, nuovo record assoluto, contro i 189.109 del giorno precedente, il 19,3% di positivi al tampone, 198 morti e ben 172.462 attualmente positivi in più, nuovo record giornaliero. Al momento ci sono quasi 1.594.000 attualmente positivi, 1 italiano ogni 37, 39 terapie intensive e 463 ricoveri in più del giorno prima e l’indice di infettività Rt in leggero calo a 1,92. Le regioni con più casi restano Lombardia 52.693, Emilia-Romagna 38.528, Veneto 18.129, Toscana 17.286, Campania 16.512, Sicilia 14.269, Piemonte 14.103, Lazio 14.055. Questa settimana il tasso di incidenza è balzato a un mostruoso valore di 1.677 contagi ogni centomila abitanti; era 783 una settimana fa, 353 due settimane fa e 176 quattro settimane fa. In altre parole i contagi giornalieri si sono decuplicati in un mese con la Toscana che guida questa classifica tra le regioni a quota 2680 seguita da Lombardia 2578, Emilia-Romagna 2260, Val d’Aosta 2256, Umbria 2236, Abruzzo 2109, Piemonte 1817, Veneto 1755, Trentino AA 1639, Friuli 1518 e quindi a mezza classifica la Campania con 1512 che precede Lazio, Sicilia, Liguria, Basilicata, Marche, Puglia, Molise, Calabria e Sardegna.

Fonte Il Mattino

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