A scuola: in presenza o in Didattica a Distanza?

In pieno divampare dell’epidemia da Covid-19, il dilemma se sia da preferire la scuola in presenza o in Didattica a Distanza (DaD) è forte, il dibattito acceso.
Vediamo quali sono i “pro” scuola in presenza.
Sicurezza delle scuole. Grazie ai protocolli attuati, gli istituti e le aule sono luoghi sicuri e controllati. Negli studi clinici, le scuole non sono “sicure in assoluto”, perché durante una pandemia nessun luogo lo è, ma uno dei luoghi più sicuri grazie alle regole del distanziamento, all’aerazione, all’utilizzo delle mascherine, al lavaggio delle mani, alla diffusione dei vaccini tra il personale docente e gli alunni. In particolare, gli studi dicono che nelle scuole in cui gli alunni tengono le mascherine (quindi dopo i 6 anni) e sono rispettate le strategie di prevenzione, i tassi di trasmissione del SARS-CoV-2 sono più bassi che in comunità cioè nelle occasioni di incontro fuori dall’ambiente scolastico.
Importanza della scuola per i ragazzi. La pandemia da Covid-19 ha interrotto la scuola per 1,6 miliardi di studenti nel mondo. Ciò ha creato danni ai giovani su educazione, abilità sociali, sviluppo psico-emotivo, strutturazione della personalità, alimentazione, stili di vita, apprendimenti e fatto emergere, disuguaglianze sociali, disagi fisici e disturbi mentali come ansia e depressione, rendendo evidente che la scuola in presenza svolge un insostituibile ruolo di luogo di crescita psico-sociale ed educativo per i giovani.
Problemi organizzativi ed economici per le famiglie se i figli devono restare a casa, con conseguente perdita di giorni di lavoro e di produttività.
Invece vediamo quali sono i “contro” la riapertura delle scuole.
Rischio epidemico. Far circolare di nuovo gli 8 milioni italiani di studenti durante il picco della variante Omicron aumenterà ulteriormente la curva dei contagi, che al momento vede oltre 2 milioni di Italiani positivi. Teniamo conto infatti che circa 1 contagio su 4 riguarda attualmente la fascia di età under 20, che ci sono oltre 1,2 milioni di studenti non vaccinati nelle classi di età 12-19 anni, che sono state somministrate solo 340mila prime dosi su 3 milioni di bambini dai 5 agli 11 anni e che i bambini al di sotto dei 6 anni non utilizzano la mascherina e il distanziamento per loro è sostanzialmente inapplicabile.
Mancato adeguamento delle scuole. Gli studi dimostrano che i distretti scolastici senza applicazione di rigorose misure di controllo hanno maggiori probabilità di focolai. In Italia non sono stati effettuati interventi strutturali per assicurare un maggiore distanziamento in classe, acquisizione di nuove aule, installazione di sistemi di ricambio d’aria. Mantenere la distanza di 1 metro tra i banchi è molto difficile perché le nostre scuole sono tristemente caratterizzate da anni dalle famose “classi pollaio” per mancanza di aule oltre che di personale. Riguardo all’aerazione, nella stragrande maggioranza delle aule si basa solo sul mantenimento delle finestre aperte piuttosto che su impianti e filtri speciali.
Mancato aumento dei trasporti pubblici. Non bastano gli orari scaglionati per l’ingresso a scuola (8.30 e 9.30) per evitare assembramenti sui mezzi pubblici dato che non c’è stato aumento delle corse e dei mezzi.
Gestione delle quarantene nelle classi complicata. Il protocollo di gestione delle positività in classe è alquanto articolato e complesso, tiene conto di diverse variabili e soggetto a continue modificazioni, rischiando di creare caos se i casi aumentano. Le ultime indicazioni tengono innanzitutto conto della tipologia di scuola, poi del numero di casi di positività, dello stato vaccinale. In pratica:
Scuola dell’infanzia
In presenza di 1 caso di positività, è prevista la sospensione delle attività per una durata di 10 giorni. I bambini effettueranno un test al termine della quarantena.
Scuola primaria (elementare)
Con 1 caso di positività, l’attività in classe prosegue e gli alunni e gli insegnanti sono sottoposti subito a tampone (T0): se negativi, possono restare in classe, ripetendo il tampone a distanza di 5 giorni (T5). In presenza di 2 o più positivi la classe dovrà andare in quarantena per 10 giorni con didattica a distanza.
Scuola secondaria di I e II grado (Scuola media e Istituti superiori)
Fino a 1 caso di positività nella classe è prevista l’auto-sorveglianza e con l’uso, in aula, delle mascherine FFP2. Con 2 casi nella stessa classe è prevista la DaD per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni (4 mesi) o che sono guariti da più di 120 giorni, mentre per chi ha tre dosi di vaccino o è guarito da meno di 4 mesi è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’utilizzo di mascherine FFP2 in classe. Con 3 casi nella stessa classe è prevista la DaD per dieci giorni.
Mancata attuazione di test periodici di screening per l’individuazione di soggetti asintomatici o pre-sintomatici. Il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede uno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione nella “rete di scuole sentinella” nell’ambito delle scuole primarie e secondarie di primo grado presenti sul territorio nazionale, attraverso test molecolari salivari condotti, su base volontaria, su almeno 55mila alunni nella fascia di età 6-14 anni, testati ogni 15 giorni anche se asintomatici. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma con una bassa sensibilità in età pediatrica.
In conclusione, ricordiamo quanto afferma l’OMS: “Anche se, quando l’incidenza di casi di Covid-19 in una comunità è molto elevata, la chiusura delle scuole diventa una misura necessaria, le scuole devono essere tra gli ultimi luoghi a chiudere e i primi a riaprire”.
Carlo Alfaro

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