Ville romane preda dei ladri d’arte, scoperta la strada sotterranea dei tombaroli

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Scoperta la strada sotterranea utilizzata dai ladri d’arte per arrivare alle ville romane. Gli Ufficiali di polizia giudiziaria del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno proceduto, a Boscoreale, al sequestro di due pozzi dai quali si diramano altrettanti cunicoli clandestini, realizzati per effettuare ricerche archeologiche clandestine.

Il sequestro è stato operato nell’ambito di una più ampia e articolata attività di indagine delegata dalla Procura della Repubblica, avente ad oggetto il censimento e il monitoraggio dei numerosi siti di scavi archeologici clandestini presenti nel territorio di Pompei e in altre località limitrofe. Più in generale il sequestro è frutto della costante attenzione che la Procura sta ponendo per la tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente nel territorio di propria competenza, per il contrasto alla spoliazione dei siti archeologici, all’interno e fuori dell’area urbana dell’antica Pompei, in attuazione del protocollo stipulato con la Direzione del Parco Archeologico di Pompei.

Il sequestro è stato operato a Boscoreale alla via Vicinale Tufano presso una proprietà privata, all’interno di un’area sottoposta a vincolo archeologico, in cui insiste parte di una villa romana denominata come la villa di “NUMERIUS POPIDIUS FLORUS”, dove, a seguito di ispezione dell’area, nei pressi delle strutture archeologiche fuori terra, sul piano di calpestio moderno, i Carabinieri hanno accertato la presenza di due botole, distanti l’una dall’altra circa 10 metri, poste a chiusura di altrettante cisterne, la cui ispezione, effettuata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco di Napoli, ha consentito di constatare che sul fondo di ciascuno dei pozzi era stato praticato un tunnel abusivo per eseguire ricerche archeologiche clandestine per il depredamento della villa romana.

Nella prima cisterna, avente una profondità di circa 6 metri, è stata accertata la presenza di un tunnel contemporaneo ricavato nello strato di cinerite e lapillo, della lunghezza di circa 5 metri; mentre nel secondo pozzo, della profondità di circa 4 metri, è stata constatata la presenza di un ulteriore tunnel, ricavato nello strato di cinerite e lapillo, praticato seguendo le antiche mura del sito archeologico, interessando strutture antiche sepolte, la cui la lunghezza non è stato possibile misurare, non essendovi al momento le condizioni di sicurezza tali da consentire l’intera ispezione del tunnel.

Entrambi i tunnel hanno le dimensioni di circa 50 centimetri di larghezza e 60 centimetri di altezza e, per le loro caratteristiche, sono simili a quelli rinvenuti presso il sito archeologico di Civita Giuliana. All’interno di uno dei tunnel sono state rinvenute tracce inequivocabili della probabile recente frequentazione degli stessi da parte di soggetti non ancora identificati. Il sequestro è stato operato in quanto vi erano ragioni di urgenza, sussistendo il pericolo che la libera disponibilità dei siti potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato di ricerche archeologiche clandestine. Attualmente sono visibili, fuori terra, solo alcune stanze della villa romana su indicata, riconducibili a delle stanze termali, le quali avevano anche una caldaia per il riscaldamento delle acque. Tale villa era stata scavata regolarmente, per poi essere riseppellita nel 1906 dai proprietari del fondo all’epoca dei fatti. Da pregresse attività investigative eseguite dai Carabinieri, è emerso che tale contesto storico, nel corso degli anni successivi allo scavo archeologico del 1906, era stato oggetto di spoliazioni, privandolo di importanti testimonianze storico-culturali-archeologiche. Difatti alcuni affreschi della villa romana sono stati illegalmente esportati all’estero.

Nell’anno 2007 un mosaico raffigurante un serpente e degli animali marini, lasciato in situ proprio in una delle stanze della villa attualmente visibili stava per essere trafugato dai “tombaroli”, e solo grazie all’intervento dei Carabinieri della Stazione di Boscoreale, intervenuti su segnalazione anonima, non fu asportato benché fosse stato già predisposto tutto l’occorrente per asportarlo. Attualmente il meraviglioso mosaico a figure marine si trova custodito presso l’antiquarium di Villa Regina di Boscoreale.

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