«Sembra un nuovo lockdown stop anche ai caffè da asporto»

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partire da oggi. Con l’inverno il virus è tornato a diffondersi, e insieme al Covid sono tornate le polemiche e le spaccature sociali generate dalla pandemia. Prevenzione sanitaria da un lato, economia dall’altro. Il rebus è sempre lo stesso, e si trascina insoluto da quasi due anni. «Non saranno giorni facili, per gli imprenditori napoletani. Non è un Natale semplice», esordisce Ulderico Carraturo, storico pasticcere napoletano.
Siete pronti al nuovo cambiamento delle regole?
«Da oggi è tutto vietato, per quanto riguarda lo street-food. Nessuno potrà più consumare dolci e bevande per strada. Uffici compresi: chi lavora in queste feste non potrà comprare quasi niente al banco, nemmeno un caffè, per portarselo davanti alla scrivania e condividerlo con i colleghi».
Il divieto di Palazzo Santa Lucia sull’asporto, che non vale tra 26 e 30, esclude solo l’acqua. Quindi è vietato anche il caffè?
«Sì. Il caffè, tecnicamente, non è una bevanda, espressamente vietate dall’ordinanza. Il caffè è un infuso. Ma qui si va nelle interpretazioni soggettive dei provvedimenti, nella burocrazia. Di sicuro, posso dirle che gli agenti delle forze dell’ordine a cui abbiamo chiesto spiegazioni in merito ci hanno detto chiaramente che il caffè d’asporto è vietato e che non dovremo servirlo da asporto. Pena la multa. In sostanza, quello in arrivo somiglia a un lockdown sul consumo all’aperto. Restano ovviamente consentiti il delivery e i pacchi di dolci, da portare rigorosamente a casa, che per la nostra attività sono essenziali. Almeno non ci troviamo nel paradosso dell’anno scorso, quando le restrizioni colpivano anche il delivery, e una pastiera non poteva essere acquistata a Napoli ma in altre regioni sì».
Questo provvedimento, in ogni caso, per voi riduce gli incassi.
«Sicuramente. Perdiamo il consumo di tutti i passanti e di tutti coloro che vanno a fare shopping in queste ore per i regali di Natale. Nessuno potrà mangiare o trovare ristoro all’esterno dei bar. Il consumo alla spicciolata, in questi giorni, costituiva solitamente il 70% dell’incasso. Migliaia di euro al giorno in meno, insomma, per centinaia di pubblici esercizi. I punti vendita ai Decumani perderanno incassi ancora maggiori».
Le ordinanze da rispettare sono due.
«La mia idea è che l’ordinanza comunale sia riuscita a colpire la movida, vietando i brindisi in alcune zone mirate della città. L’ordinanza regionale, a mio modo di vedere, ha invece inutilmente danneggiato anche le attività commerciali che si trovano in zone non congestionate e tradizionalmente non caratterizzate da assembramenti. A distanza di diversi giorni, sono ancora mortificanti le parole di De Luca che ha definito cafoni’ coloro che mangiano per la strada. A Napoli lo street food è un’attività secolare. Ed è impossibile dire che un bambino che mangia un gelato passeggiando sia un maleducato. Se il governatore intendeva dire altro, sarebbe stato giusto trovare parole diverse».
Teme controlli?
«Le verifiche ci saranno, sempre nei confronti dei soliti locali. Noi rispetteremo le regole, come sempre, ma credo che sarà impossibile portare avanti controlli su tutto il territorio cittadino. Di conseguenza, tantissimi locali non rispetteranno nessuna delle due ordinanze. Come purtroppo spesso accade in questi lunghi anni di pandemia, chi rispetta le regole sarà danneggiato, al contrario di chi se ne infischia». Fonte (IlMattino)

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