Piano di Sorrento, la gestione della pandemia non può essere relegata all’ASL, le responsabilità del sindaco e del COC da attivare

Piano di Sorrento, la gestione della pandemia non può essere relegata all’ASL, le responsabilità del sindaco e del COC da attivare . In margine al consiglio comunale di ieri, che ha messo in luce problematiche molto serie, come la gestione della pandemia da coronavirus Covid – 19, che non bisogna sottovalutare, come ha sottolineato l’ex sindaco Vincenzo Iaccarino, da capogruppo dell’opposizione , bisogna dire che ci sono delle responsabilità precise prema dell’ASL Napoli che copre la Penisola Sorrentina e  Castellammare di Stabia in Campania.

Ebbene metre l’ASL si occupa dell’aspetto strettamente sanitario, come la somministrazione dei vacini, è indubbio che al Comune spetti un dovere di assistenza socio sanitaria ai cittadini, che veniva prima espletata con la Protezione Civile e il forum dei giovani.

I Comuni dovrebbero attivare i propri COC , per intervenire in tutte le emergenze legate alla protezione civile che poi attuano il Piano di Protezione Civile, quando si dice che ci si deve muovere come per il terremoto con questa pandemia, non si dice una cosa tanto sbagliata, perchè la protezione civile interviene in tutte quelle situazioni di emergenza, come era appunto anche un terremoto , mentre oggi abbiamo una pandemia. Per l’attuazione del Piano Comunale di Protezione Civile il Sindaco si avvale della struttura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). La struttura è costituita con provvedimento formale nel quale sono indicati la sede, gli strumenti e i mezzi messi a disposizione dal Comune, le procedure di utilizzazione dei volontari, nonché le modalità di finanziamento dell’attività e di potenziamento della dotazione di attrezzature e mezzi.
La struttura organizzativa del C.O.C è di tipo gerarchico: al vertice il Sindaco, con compiti di coordinamento generale; seguono i responsabili delle nove funzioni di supporto che si riferiscono al sindaco e coordinano le attività e gli addetti relativi alle funzioni stesse.
Le funzioni di supporto sono finalizzate ad organizzare e svolgere le attività necessarie ad affrontare le criticità che si manifestano nel corso dell’ evento calamitoso. Ogni funzione, rispetto alle altre assume un rilievo differente a seconda degli effetti causati dal singolo evento.

Arrivano anche in redazione diverse richieste di intervento, che solo tramite privati si riescono a risolvere. Invero questo tipo di assistenza, lo stare vicino ai cittadini, manca rispetto a prima. Su questo il sindaco Salvatore Cappiello si dovrebbe attivare per organizzare in primis il COC, con un tavolo tecnico allargato, come ha fatto il sindaco di Sorrento Massimo Coppola, ma anche come ha fatto prima il sindaco carottese Iaccarino, con una assistenza continua sul posto. Non possono essere loro a istituire o convocare un tavolo per l’emergenza da coronoavirus Covid – 19, ma l’attuale sindaco, e dovrebbe farlo al più presto, anche senza delegare, perchè la responsabilità è in primis sua.

La qualifica del sindaco come autorità sanitaria comunale è antica e specificamente si iscrive al R.D. regio decreto 27 luglio 1934 n. 1265 che all’articolo 2 definiva il podestà (come era definito allora il sindaco) quale “autorità sanitaria del comune”.

Passata la guerra e il periodo totalitario, la Costituzione ha ascritto la salute tra i diritti fondamentali. Essa è prevista dall’articolo 32 che stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

È un diritto che non si riferisce solo ai cittadini, ma ad ogni individuo. Inoltre, è sia immediatamente precettivo che di tipo programmatico: lo Stato deve predisporre un sistema idoneo per permettere il godimento di tale diritto da parte di tutti gli individui. Per questo motivo, soprattutto a seguito della riforma del titolo V che ha previsto la tutela della salute nelle materie di legislazione concorrente, la competenza in materia sanitaria è condivisa tra vari soggetti: Ministro della Salute, Regioni, aziende sanitarie provinciali e locali, nonché i sindaci.

A dire il vero la svolta regionalista in materia sanitaria è antecedente alla riforma del titolo V ed è da ascrivere alle riforme del Sistema sanitario nazionale (SSN) degli anni Novanta, che hanno anticipato la novella.

Senza addentarci in quella che è l’organizzazione del servizio sanitario nazionale e il suo forte assetto regionalistico dobbiamo un attimo soffermarci sulla figura del sindaco.

La legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale da un lato ha attribuito ai comuni tutte le funzioni amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera che non siano espressamente riservate allo Stato ed alle regioni, dall’altro prevede che, anche se i comuni esercitano le funzioni di cui alla presente legge in forma singola o associata mediante le unità sanitarie locali, restano ferme le attribuzioni di ciascun sindaco quale autorità sanitaria locale.

Si ribadisce, dunque, pure in epoca repubblicana la figura del sindaco quale autorità sanitaria locale.

Questo ruolo viene confermato e rafforzato dalla stessa legge n. 833 del 1978 che all’articolo 32 prevede la possibilità per il sindaco di adottare ordinanze contingibili e urgenti in ambito comunale.

Tale potere è stato ribadito dapprima dall’articolo 38 della legge 8 giugno 1990, n. 142, che dà la possibilità al primo cittadino, quale ufficiale del Governo, di adottare, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità ed igiene, poi, dall’articolo 117 del D.lgs. 112/1998 che prevede che “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”.

La differenza tra le due disposizioni consiste nel fatto che nel primo caso il potere è attribuito quale ufficiale del governo, nel secondo quale rappresentante delle comunità locali e, dunque, non sottoposto a rapporto di gerarchia col prefetto.

Tale qualifica nell’adozione delle ordinanze in materia sanitaria viene confermata dal TUEL che all’articolo 50 comma 5 primo periodo attribuisce al primo cittadino il potere di emettere delle ordinanze contingibili e urgenti, quale rappresentante delle comunità locali, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale.

È chiaro, dunque, il ruolo centrale che il sindaco ha assunto quale autorità sanitaria soprattutto in situazioni emergenziali e tale è il Covid. Una responsabilità, che può avere anche conseguenze penali, civili ed amministrative, molto importante, ma anche molto pesante, che non può essere delegata , sopratutto non a un consigliere comunale, come è nel caso di Maurizio Gargiulo, che fa già tanto di suo, ma bensì va in capo solo ed esclusivamente al primo cittadino.

Stiamo dicendo da settimane che vi sono molte disfunzioni, manca l’organizzazione logistica, l’osmosi amministrativa fra ente locale ed Asl, che in precedenza ha reso virtuosa la gestione della pandemia, manca anche una informazione diretta e indiretta continua e quotidiana con i cittadini, che non siano solo i dati snocciolati dal report , forniti fra l’altro dalla stessa ASL, che nulla aggiungono se non numeri di vaccini già fatti in precedenza, mentre non si ha un vero e proprio polso della situazione attuale.

Non sappiamo se il COC si riunisca o meno , e questo è molto grave vista la sua importanza e il momento grave dovrebbe riunirsi tutti i giorni ( in genere alcuni comuni lo fanno alle 11, dopo aver acquisito le notizie ed i dati, poi alle 17, ndr ) ,  se sia un organismo che sia stato rinnovato, ma sappiamo per certo che la legge non solo non ammette ignoranza, ma non ammette neanche rodaggio , in casi di emergenza sanitaria, per cui siamo sicuri che Salvatore Cappiello, che si è dimostrata una persona ragionevole ed attenta, si attivi al più presto in prima persona, attivando il COC e allargandolo a un tavolo tecnico – sanitario includento anche le minoranze, ed in particolare Iaccarino,  e non solo perchè medico ed ex sindaco, ma perchè si è mosso in maniera tale da essere un riferimento per tutto il circondario, consentendo anche ai carottesi, con l’hub vaccinale di Villa Fondi, di avere il centro vaccinale sotto casa con minori disagi per tutti rispetto ad altri posti, ma anche parte della società civile e componenti del mondo tecnico scientifico per poter affrontare insieme alla meglio questo emergenza. .

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