Patrick Zaki è stato scarcerato. A febbraio 2022 la prossima udienza

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Patrick Zaki è stato scarcerato da un commissariato di Mansura. Appena uscito dal carcere, ha abbracciato la madre. Lo studente e attivista dell’Università di Bologna era in carcere dal 7 febbraio 2020, quando fu arrestato appena arrivato in Egitto per una vacanza

La liberazione è stata disposta durante l’udienza che si è tenuta a Mansura ieri, martedì 7 dicembre. Zaki non è ancora però stato assolto dalle accuse di aver diffuso notizie false “dentro e fuori” l’Egitto. La prossima udienza si terrà il 1° febbraio 2022. In foto, Zaki con la sorella appena dopo la scarcerazione

“Tutto bene” sono state le prime parole di Zaki appena uscito dal commissariato Zaki è stato rinviato a giudizio alla fine della scorsa estate. La sua permanenza in carcere, prima del rinvio a giudizio, era stata rinnovata di volta in volta sulla base di ordinanze di custodia cautelare

Da questa mattina un grande cartellone che chiede libertà per Patrick Zaki si trova sulla facciata di Palazzo dei Notai in Piazza Maggiore a Bologna, nello spazio pubblicitario che protegge i lavori in corso e che in questo periodo è disponibile. Il disegno è opera dell’artista Gianluca Costantini e la realizzazione è stata curata a spese dell’azienda TMC Pubblicità di Milano, concessionaria dello spazio, con il patrocinio non oneroso del Comune di Bologna. L’installazione vuole confermare la richiesta al governo egiziano di rilasciare lo studente iscritto al Master Gemma dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, arrestato in Egitto lo scorso 7 febbraio e ancora in stato di detenzione preventiva.

Zaki era stato arrestato inizialmente con le accuse di “propaganda sovversiva” per il contenuto di alcuni post pubblicati sul suo profilo Facebook. Il rinvio a giudizio è poi stato disposto per aver diffuso informazioni che la magistratura ritiene false attraverso tre articoli giornalistici. In uno di questi denunciava la condizione dei cristiani copti in Egitto, discriminati da alcune frange musulmane e perseguitati dall’Isis Zaki si trovava in una prigione di Mansura, dove era da poco stato trasferito dal carcere di Tora, nei pressi del Cairo

“Aspettavamo di vedere quell’abbraccio da 22 mesi e quell’abbraccio arriva dall’Italia, da tutte le persone, tutti i gruppi e gli enti locali, l’università, i parlamentari che hanno fatto sì che quell’abbraccio arrivasse”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando la foto dell’abbraccio tra Zaki e la madre. “Ora che abbiamo visto quell’abbraccio aspettiamo che questa libertà non sia provvisoria ma sia permanente. E con questo auspicio arriveremo al primo febbraio, udienza prossima”, ha detto Noury.

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato l’abbraccio che è già diventato un simbolo della scarcerazione di Zaki: “Un abbraccio che vale più di tante parole. Bentornato Patrick!”, ha scritto in un post su Facebook

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