Molestie all’Università Federico II di Napoli, sospeso tecnico laboratorio: 12 casi nel mirino del pm

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Sulla scrivania della sezione IV della Procura di Napoli, finora le testimonianze di presunte molestie subite dal tecnico di laboratorio dell’Università degli Studi Federico II appartengono a 12 studentesse. Altre 3-4 non sono state verbalizzate perché si tratterebbe di lettere anonime, ma i dettagli contenuti descriverebbero esattamente quanto accaduto a tutte le altre.

Il pool della sezione Reati contro le fasce deboli del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, sta verificando le testimonianze ricevute dal Comitato Unico di Garanzia dell’ateneo federiciano, che fin dalla prima dichiarazione raccolta ha informato il rettore Matteo Lorito. Immediata, infatti la sospensione in via cautelativa dell’uomo, che per trenta giorni non potrà mettere piede nell’ateneo. Sospensione che se necessario potrà essere ampliata fino a undici mesi, come prevede la legge, nel caso occorra altro tempo per le verifiche disciplinari attivate in simultanea alla sospensione. L’appello della Federico II è quello di denunciare le molestie subite e non aver paura a firmare atti e testimonianze poiché l’anonimato sarà garantito.

«Le vittime delle presunte violenze saranno tutelate, ma senza i loro nomi si corre il rischio che non si potrà procedere contro questa persona» sottolineano i rappresentanti degli studenti di Biologia, che stanno raccogliendo altre testimonianze (per ora circa 40) che saranno consegnate in giornata al Cug. «Le ragazze hanno paura di denunciare perché la loro famiglia non sa nulla e si vergognano di dirlo. Pensano che nessuno le crederebbe, che mettersi contro una figura del dipartimento è una cosa sbagliata e pregiudicherebbe i loro studi. Noi rappresentanti vi crediamo, il Dipartimento di Biologia vi sostiene. Non dove vergognarvi o aver paura di parlare: denunciate. Questo è l’unico modo per porre fine a questi avvenimenti ed evitare che altre subiscano quello che avete subito voi» insistono. Al Comitato Unico di Garanzia si può denunciare qualsiasi forma di violenza fisica e psicologica e la tutela della privacy è garantita: il nome del denunciante non verrà mai dichiarato a docenti o altri, se non alla procura che a sua volta tutelerà le presunte vittime. La Federico II ha anche un Centro di ascolto psicologico: qui troveranno la psicologa Caterina Arcidiacono, consigliera di fiducia del rettore per il contrasto alle molestie sessuali, che con le giuste cautele aiuterà le studentesse che ne avranno bisogno.

Dai racconti delle ragazze emerge un modus operandi con cui agirebbe l’uomo, di circa sessant’anni e da parecchi decenni tecnico del laboratorio di Citologia e Istologia del corso di laurea in Biologia della sede di via Mezzocannone. La scelta delle vittime era accurata: essendo quasi tutte matricole (il laboratorio viene seguito il primo anno o al massimo il secondo per chi è in ritardo con gli esami) punterebbe le ragazze con qualche difficoltà al microscopio, le più fragili anche psicologicamente «diventandoci prima amico e poi prendendosi molte, troppe confidenze». Con la scusa di dargli ulteriori spiegazioni sulla tecnica di laboratorio, fissava appuntamenti in orari in cui sarebbe stato da solo, precisando di non dirlo a nessuno. Una volta arrivata la vittima che abbassava la testa sul microscopio, il tecnico si avvicinava e iniziava i palpeggiamenti su schiena, fianchi, glutei. Per adesso non trapelano altri dettagli ma non è da escludere che oltre a questi atteggiamenti, possano esserci state richieste di rapporti sessuali. Il reato ipotizzato dalla Procura per ora è quello di violenza sessuale e non molestia poiché la Corte di Cassazione Penale ha stabilito con la sentenza 27042/2010 che sia violenza sessuale ogni volta che viene compiuto «un qualsiasi atto che consiste in un contatto corporeo – anche se fugace ed estemporaneo – tra soggetto attivo e soggetto passivo del reato». Fonte (Il Mattino)

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