Castellammare, estorsioni e droga: assolti i capi di Scanzano

Sentenza per la cupola dei D’Alessandro. Assolti Teresa Martone e suo figlio Pasquale d’Alessandro. La vedova, considerata al comando della cosca di Scanzano, ha avuto un verdetto a suo favore nella giornata di oggi, a conclusione di un processo partito dall’inchiesta Tsunami. Le accuse mosse agli imputati andavano dall’associazione, al traffico di droga, passando per usura e racket. I fatti contestati risalgono alla metà degli anni duemila. Assolto anche il nipote del boss Michele D’Alessandro. Condannato invece a otto anni di carcere Nunzio Bellarosa, (difeso dall’avvocato Francesco Romano) mentre Antonio Lucchese (difeso dagli avvocati Alfonso Vozza e Aniello Di Martino) è stato condannato per le estorsioni a 5 e 10 mesi e assolto dal 416 bis. I pentiti Renato Cavaliere e Salvatore Belviso sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e 4 mesi di carcere e a 2 anni. Gli investigatori si sono serviti di intercettazioni telefoniche e ambientali per incastrare i vertici dei D’Alessandro. Se questi imputati hanno scelto il rito abbreviato, ora tocca ad  ‘Enzuccio’ figlio del capoclan Michele D’Alessandro affrontare il verdetto. L’udienza in aula è fissata per il 25 gennaio. Secondo gli inquirenti gli imprenditori erano costretti a versare il 5% degli appalti alla cosca di Scanzano. Un pizzo da pagare sui lavori che si trattasse di un cantiere pubblico o di privati.

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