2021, record di giornalisti detenuti nel mondo.

E’ quanto rivela  il bilancio annuale di “Report Senza Frontiere”.  Al momento sarebbero 488, tra cui sessanta donne,  gli operatori dell’informazione, detenuti nelle carceri di svariati paesi a causa del loro lavoro.

Come sia diventato sempre più difficile fare una buona e giusta informazione nell’era attuale, lo dimostra il fatto che soltanto nel 2021 è stato raggiunto il numero record di 488 giornalisti che risultano reclusi  nelle carceri del mondo a causa del loro lavoro. A rivelarlo è l’annuale bilancio dell’ong Reporter Senza Frontiere, che registra anche 46 professionisti dei media uccisi in un anno, che in ogni caso rappresenta la cifra più bassa degli ultimi 20 anni. Mai dalla creazione di tale annuale rapporto, avvenuta nel 1995, la quantità di giornalisti reclusi è stato così elevato. Quella dei giornalisti detenuti, tra cui 60 donne, rappresenta inoltre il numero superiore ad ogni stima mai registrata da quanto, cinque anni fa, Reporter senza Frontiere iniziò a raccogliere dati sulle persecuzioni contro i giornalisti.

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Un fenomeno, spiega il dossier pubblicato in questi giorni a Parigi, cresciuto in un anno del 20 percento a causa delle tensioni in Myanmar, Hong Kong e Bielorussia. La Cina è il paese che detiene nelle proprie carceri il maggior numero di reporter, 127. Una delle cause scatenati sembrerebbe essere la crisi in corso a Hong Kong. Seguono Myanmar (53), Vietnam (43), Bielorussia (32) e Arabia Saudita (31). Messico e Afghanistan restano i due paesi più pericolosi per i giornalisti quest’anno, con rispettivamente 7 e 6 morti, seguiti da Yemen e India al terzo posto, con 4 giornalisti uccisi ciascuno.  – 16 dicembre 2021 – salvatorecaccaviello

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