Padre Enzo Fortunato di Scala in costiera amalfitana: “Papa Francesco ad Assisi, tra i poveri come il Santo”

Sulla straordinaria giornata di ieri vissuta da Papa Francesco con 500 poveri è stato pubblicato sul quotidiano “Corriere della Sera” un bellissimo articolo di Padre Enzo Fortunato, originario di Scala in costiera amalfitana, giornalista e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi dove attualmente vive: «Papa Francesco è in volo verso Rio, un caro amico gli parla di Assisi definendola la città della Pace, Bergoglio lo interrompe e aggiunge: è la città dei poveri. E’ così che la immagina. E’ così che la immaginava il Santo. E’ la quinta volta ad Assisi. Sceglie di stare con i poveri. Oltre 500 da tutta Europa. Gli hanno consegnato il mantello e il bastone del pellegrino che ricordano i doni di San Francesco ai suoi poveri: mantello, vangelo e i suoi vestiti. Per capire la scelta e la forza di questa tappa è necessario non solo ricordare il «grido» che segnò l’inizio del pontificato: come vorrei una chiesa povera per i poveri; ma anche il gesto rivoluzionario di 800 anni fa quando il Santo donò l’unico Vangelo che avevano per pregare e disse: io credo che piacerà a Dio più che se ci leggiamo sopra. Non è questione di elemosina, il Papa ci ricorda che i poveri sono fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza e a cui restituire la dignità. L’elemosina è occasionale e rischia di umiliare chi la riceve; la condivisione è duratura e genera fratellanza. Il Santo Padre ha ascoltato la voce dei poveri, quei poveri che avremo sempre con noi. Mariana, arrivata dalla Romania per fare la badante lasciando a casa due bambini di s6 e 8 anni alla ricerca di una vita migliore. Nel 2008 perde il marito. Decide di portare i figli in Italia, ma qualche anno dopo al dolore della povertà si aggiunge la malattia: una grave menomazione la costringe alla semi infermità senza soldi e con due adolescenti da crescere. La Caritas di Spoleto le è accanto, ma per lei, con il viso segnato dalle lacrime, l’unica forza per andare avanti è Gesù. Ci sono i poveri della Caritas di Assisi: Antonio, Raffaele, Gessica, Marco e la più piccola, Hellen, 7 anni, scappata con sua madre dall’Eritrea. Storie di buio e dolore, ma per loro oggi arriva la carezza del Papa. Ha ragione mons. Boccardo quando dice che «il Papa dall’inizio del pontificato ha attirato l’attenzione della Chiesa e della società sulle ferite morali e materiali che segnano la vita di tanti». Se la chiesa vuole essere Chiesa è questa la strada».

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