La violenza contro le donne non si placa…Riflessioni dell’avvocato Claudia Graziani

La Convenzione di Istanbul indica da tempo la strada: punire coloro che commettono reati di violenza contro le donne, educare alla cultura della non violenza, costruire un Paese in cui le relazioni siano libere da disparità e violenza.

Nel 1956 piccoli segnali: viene sancita l’incostituzionalità dello ius corrigendi, negli anni ‘90 viene suggellata la parità formale (che ad oggi non corrisponde alla parità sostanziale).

Eppure la violenza contro le donne non si placa, apre le fauci e divora tutto.

Dalle mutilazioni alla vendita di donne per la prostituzione, fenomeno grave e strutturale, una malattia sociale che deve essere sdradicata.

Il 6 settembre i membri della sottocommissione per i Diritti Umani e della Commissione per i Diritti della Donna e l’Uguaglianza di Genere, insieme alla delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con l’Afghanistan si sono riuniti per discutere proprio della preoccupante situazione femminile in Afghanistan. Durante l’incontro si sono susseguiti diversi interventi, tra cui quello di Evelyn Regner – Presidente della Commissione per i Diritti della Donna e l’Uguaglianza di Genere (FEMM) – che ha incentrato l’attenzione sulla necessità di salvare vite per l’UE, aggiungendo che ogni futura negoziazione deve garantire il benessere e la sicurezza delle donne e ragazze afghane.

E’ necessario uscire da stereotipi, vittime di una società che le inquadra in ruoli predefiniti.

Il senso di questa giornata? Mai più omertà e invisibilità.

Le donne si sentono giudicate e non credute; esiste e persiste un rapporto non equo tra i generi e il disvalore sociale deve essere annullato. Uscire dagli stereotipi, basta con donne vittime di una società che le inquadra in ruoli predefiniti.

La paura del giudizio sociale è la piaga che impedisce la tutela e la parità dei diritti.

La violenza non ha solo radici domestiche, ma vige anche nei luoghi di lavoro, ove spesso si calpestano parole come fiducia e rispetto, e gli autori sono uomini.

In Oriente, in Occidente, in modalità differenti, la donna è relegata al silenzio, alla mortificazione e alla subordinazione.

Abbiamo la legge, abbiamo i diritti, abbiamo strumenti nazionali e internazionali tali da contrastare a pieno titolo la violenza contro le donne, eppure ci crogioliamo nella speranza che certi uomini cambino da soli, che le donne si salvino da sole e che la Terra sia esagonale.

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