Housing sociale, gli interessi del costruttore li pagano gli inquilini

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L’ultima tegola, l’ipoteca bancaria da 10 milioni «scaricata» sugli assegnatari che si lamentano: «Un dettaglio sconosciuto in fase di firma del contratto preliminare»

Spunta una ipoteca bancaria da 10 milioni con Banca Prossima sul complesso edilizio realizzato dalla Shs cementificando un agrumeto in via Gargiulo a Sant’Agnello, in penisola sorrentina, nell’ambito di un presunto housing sociale. È la operazione immobiliare che la Procura della Repubblica di Torre Annunziata reputa sia illegittima sotto il profilo urbanistico e delle autorizzazioni concesse – è stata aperta una indagine dopo le denunce di Italia Nostra e del Wwf – ed in relazione alla quale, in primavera, sono stati recapitati gli avvisi di conclusione delle indagini a vari destinatari, tra i quali l’imprenditore Antonio Elefante ed il commercialista Massimiliano Zurlo, il sindaco Piergiorgio Sagristani e la sua giunta.

Il complesso edilizio – 53 appartamenti e vari box auto – era stato sequestrato a febbraio 2020 alla vigilia della inaugurazione ed è stato poi dissequestrato a maggio 2021, quando il Riesame ha accolto il ricorso di Elefante contro la Procura oplontina. In estate la Cassazione ha annullato con rinvio il dissequestro. Il Riesame dovrà pronunciarsi di nuovo in diversa composizione. Nel frattempo alcuni degli assegnatari hanno scoperto un particolare che ignoravano. L’ipoteca, appunto.

È tutto scritto nel «contrattino integrativo» che il costruttore ha voluto che firmassero per consegnare loro le chiavi degli appartamenti

Prevede il pagamento degli interessi bancari che il costruttore sta versando alla banca che gli ha finanziato l’operazione edificatoria e che vanta ipoteca sull’intero complesso. «Quest’ultimo dettaglio – lamenta uno degli assegnatari – era a noi sconosciuto in fase di firma del contratto preliminare. Questi interessi aggiuntivi aumentano di fatto il costo totale della casa di varie migliaia di euro rispetto alla cifra pattuita nel contratto preliminare».

L’accordo stipulato tra assegnatari ed Shs prevede che versino all’atto della stipula del contratto definitivo 30.000 euro subito. Poi 48 rate di ammontare variabile, commisurato al costo della casa. Infine una rata finale entro il quarantanovesimo mese dalla sottoscrizione del contratto definitivo, «integrata della somma pari all’interesse a scalare maturato in ragione del differimento dei termini di pagamento accordati dalla SHS srl al promittente acquirente. Il tasso di interesse sarà applicato solo sul 50% della somma dilazionata e sarà pari al 2,7% tasso fisso a scalare (corrispondente al tasso di interesse corrisposto dalla SHS srl alla Banca Prossima sulla somma che quest’ultima ha mutuato)».

In caso di nuovo sequestro del complesso edilizio da parte della Procura di Torre Annunziata, poi, qualora quest’ultima conceda agli assegnatari di restare dentro, essi dovranno comunque continuare a versare le rate del pagamento alla Shs. L’unico motivo di sospensione sarebbe quello relativo ad un possibile sfratto esecutivo, nel quale le forze dell’ordine impedissero di fatto agli acquirenti il possesso delle abitazioni. «Ci tengo a specificare – sottolinea uno degli assegnatari – che le banche non stanno concedendo mutui a nessuno».

Troppo alto per gli istituti di credito il rischio di prestare soldi per una operazione immobiliare nata male – l’amministrazione comunale di Sant’Agnello non volle prestare ascolto alle documentate e motivate obiezioni degli ambientalisti – e proseguita peggio.

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