Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia, Mons. Alfano: “Il culto per Dio si manifesta nell’autenticità del cuore”

Riportiamo la riflessione di Mons. Francesco Alfano, vescovo dell’Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia, incentrata sulla pagina di Vangelo di oggi:

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Ecco le parole di Mons. Alfano: «Gesù finalmente nel tempio. Il Vangelo ce lo presenta oggi così, nel tempio, con questo suo essere nella casa del Padre attento ancora a dare il suo insegnamento prima alla folla e poi ai discepoli. Cosa dice alla folla? Di essere attenti nel vivere la propria religiosità, il proprio rapporto con Dio non come gli scribi che ostentano con forme esteriori la loro fedeltà al Signore ed ai suoi precetti ma amano essere al centro, essere stimati, venerati, apprezzati. Le loro preghiere le fanno perché altri possano considerarli superiori, rispettano la legge di Dio ma solo in funzione dell’atteggiamento da parte della gente. Il loro cuore è lontano da Dio, se possono sfruttano i poveri, le vedove. Non è questa la religiosità che il popolo deve avere, il culto per Dio si manifesta nell’autenticità del cuore e nell’amore ai fratelli.

Ed ecco il secondo prezioso insegnamento che Gesù nel tempio offre ai suoi discepoli che lo hanno seguito con fatica, con difficoltà, ad accettare la sua proposta ma che ora hanno bisogno di un modello per essere veramente pronti a seguirlo, superata la prova che stanno per affrontare con la sua passione. Lì nel tempio Gesù fa osservare la folla che offre il suo contributo, il denaro che viene messo nel tesoro nel tempio. Sono soprattutto i ricchi ovviamente ad offrire danaro con maggiore generosità e anche con una certa ostentazione. Ma l’atteggiamento di Gesù è come sempre unico ed invita i discepoli a osservare una vedova, una vedova così povera da non avere nulla e da donare quel poco che ha anzi, come Gesù dice ai discepoli, tutto quello che ha, la sua vita, due piccole monete, un soldo. Non valgono nulla per le necessità del tempio e non rendono nemmeno gloria a Dio, non c’è corrispondenza, ma al contrario questa vedova esprime la pienezza della fiducia, il dono che è pronta a fare e che di fatto fa a Dio nella sua povertà. E’ povera, non ha nulla da offrire, ma quel poco che ha sa rinunciarvi, sa metterlo a completa disposizione del Signore, dona tutto come deve fare ogni discepolo».

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