Alzheimer, il vaccino che “ripristina la memoria”

Più informazioni su

Alzheimer, il vaccino che “ripristina la memoria”. Un vaccino e gli anticorpi monoclonali contro l’Alzheimer. La speranza di contrastare questa malattia arriva dalla ricerca. Un gruppo di scienziati inglesi e tedeschi sostiene di avere trovare un modo arginare i danni della proteina beta-amiloide che porta alla condizione degenerativa del cervello.

Nuovo vaccino, ricerca britannica

Il nuovo vaccino, che potrebbe costare appena 15 sterline (circa 18 euro) sarà basato sul lavoro dei ricercatori dell’Università di Leicester (Regno Unito) e del Centro medico universitario di Gottingen (Germania), in collaborazione con LifeArc. Gli esperimenti svolti sui topi hanno mostrato che il vaccino distrugge la proteina e ripristina la memoria. In un articolo del Mirror, il professor Thomas Bayer dell’Università di Gottingen spiega: «Negli studi clinici, nessuno dei potenziali trattamenti fino ad oggi ha mostrato molto successo in termini di riduzione dei sintomi dell’Alzheimer. Alcuni hanno persino causato effetti collaterali negativi. Quindi abbiamo deciso per un approccio diverso. Abbiamo identificato un anticorpo nei topi che neutralizzerebbe le forme troncate di beta amiloide solubile, ma non si legherebbe né alle forme normali della proteina né alle placche».

Vaccino prima dei sintomi

Se i risultati ottenuti sui topi si confermeranno anche negli studi dell’uomo, secondo il professor Mark Carr dell’Università di Leicester «ci sarà la possibilità non solo di curare l’Alzheimer ma anche di vaccinare contro la malattia prima che compaiano i sintomi».

Sul fronte degli anticorpi monoclonali, invece, l’attenzione si sposta negli Stati Uniti. Aducanumab, l’anticorpo monoclonale anti-Alzheimer approvato nel giugno scorso da Fda (agenzia del farmaco Usa), ha mostrato di migliorare le condizioni cliniche di pazienti colpiti dalla malattia neurodegenerativa, se trattati in stadio precoce. I risultati ottenuti nell’ambito degli studi di fase 3 sono stati illustrati dall’americana Biogen e dalla giapponese Eisai a Boston, al Congresso Ctad (Clinical Trials on Alzheimer’s Disease). L’azione di Aducanumab sul calo della proteina plasmatica p-Tau181 si associa a una riduzione delle placche beta-amiloidi nel cervello, nonché a un minore declino cognitivo e funzionale nei pazienti. I dati illustrati riguardano oltre 1.800 malati Alzheimer, per un totale di circa 7mila campioni di plasma esaminati.

Fonte Il Messaggero

Più informazioni su

Commenti

Translate »