Vico Equense e banda ultra larga: si accende la miccia in vista del ballottaggio

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Si infuoca la campagna elettorale 2.0 che stavolta vedrà uno scontro diretto tra i candidati sindaci che hanno ottenuto più voti alla prima tornata elettorale. Si tratta di Maurizio Cinque e Peppe Aiello. Maurizio ha già ottenuto l’appoggio degli altri due candidati sindaco, Giovanni Ponti e Giuseppe Ferraro, che hanno concluso la corsa rispettivamente a 754 e 1211 preferenze. Nel corso della prima campagna elettorale non sono mancati attacchi e scontri tra il desiderio di “cambiamento” di Maurizio Cinque, e di “riconferma” da parte della maggioranza e la squadra di Gennaro Cinque.

Intanto si accende la miccia sul tema connessione e banda ultra larga a Vico Equense. Maurizio Cinque, infatti, ha promesso ai suoi elettori un impegno per inserire Vico Equense nel piano di Banda Ultra Larga Nazionale, scrivendo sui social: Inserimento di Vico Equense nel piano di Banda Ultra Larga Nazionale (BUL). Attualmente il comune di Vico Equense è escluso dal piano nazionale della Banda Ultra Larga, caso quasi unico in Italia. Il motivo è l’esistenza di una infrastruttura utilizzata dall’unico operatore in regime di monopolio. Nei primi 100 giorni di governo, il nostro impegno sarà quello di inserire Vico Equense nel piano di Banda Ultra Larga Nazionale, occasione unica per avere accesso ai servizi digitali piu’ avanzati a costo ZERO per il potenziamento dell’infrastruttura.

La risposta da parte di Gennaro Cinque, fervido sostenitore di Peppe Aiello, non è tardata ad arrivare: Opinioni e critiche, in campagna elettorale, sono lecite e accettabili. Lo è di meno che, un componente dell’opposizione, esprima giudizi facilmente smentibili. Parlare di riammodernare la rete internet cittadina, infatti, significa non aver seguito. durante gli ultimi 10 anni, gli sforzi fatti dall’Amministrazione che, già nel 2015, riceveva una lettera di elogi da Infratel (società in house del MISE) per la qualità dei lavori svolti.

Ad oggi, tutte le scuole e le sedi comunali, presenti sul territorio vicano (Frazioni Vico Centro, Pietrapiano, Sant’Andrea, Massaquano, Moiano, Ticciano, Arola, Montechiaro, Fornacelle e Seiano), sono collegate tra loro e alla rete internet così come tutti i plessi scolastici fruiscono di connessioni ad internet di elevata qualità e, soprattutto, di grande stabilità.

Non è un caso che DAD e Smart Working abbiano funzionato meglio che in altri Comuni. Inoltre, abbiamo un solo Operatore che utilizza le infrastrutture di proprietà dell’Ente perché è l’unico ad aver accettato di sostenere i costi previsti dal regolamento comunale e dalle norme in vigore per l’uso della stessa. Qualunque altro Operatore può, sottoscrivendo analoga convenzione e sottostando ai costi previsti, utilizzare l’infrastruttura.

Se nessun altro Operatore decide di investire, la colpa non può essere addebitata all’Amministrazione (si ricordino le battaglie portate avanti con TUTTI gli Operatori prima dell’avvento dell’Operatore Locale…) né, tantomeno, colpa dell’Operatore Locale (che, per inciso, con l’ingresso di un altro Operatore risparmierebbe il 50% del costo del cavidotto). Il tutto, ovviamente, è documentato dai carteggi presenti negli Uffici dell’Ente e disponibili per tutti i cittadini, ancor più per un esponente del consesso cittadino.

L’essere fuori dal Piano BUL, poi, non è una decisione dell’Ente quanto di Infratel che, ricordo, rappresenta il MISE e assegna i fondi per lo sviluppo della Banda Larga.

La scelta di togliere Vico dai propri piani, indica che il lavoro svolto non richiede un loro intervento: dallo Scrajo a marina di Aequa passando per Montechiaro arrivando fino al Monte Faito (Santuario “San Michele”) è disponibile una infrastruttura capillare per garantire a ciascun cittadino di potersi collegare con la fibra ottica alla Banda Ultra Larga.

Un risultato di eccellenza che sta trovando proseliti anche nei Comuni viciniori. Infine, confondere AGCM (Autorità Garante Concorrenza e Mercato) con AGCom (Autorità Garante per le Comunicazioni) lascia perplessi sulla conoscenza dei fatti. L’intervento di AGCM, infatti, mirante a conoscere la disponibilità residua dell’infrastruttura (libera per 4/6), è stato richiesto da terzi, interessati all’uso dell’infrastruttura ma non ad essere assoggettati al “ristoro dei costi” sostenuti dall’Ente come previsto dalla normativa vigente. Ovviamente, l’Ente non può dare seguito a tale richiesta in quanto, diversamente, si incorrerebbe nel reato di “danno erariale”.

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