Positano tra Storia e Leggenda, un successo annunciato foto

Positano (SA) In chiesa i posti concessi dal green pass sono tutti occupati, l’icona della Madonna nera avanza lentamente, la storica Banda San Vito Positano dell’Associazione Franco Di Franco è rimasta sul piazzale dopo aver fatto da colonna sonora al trasporto della stessa, dalla Spiaggia Grande alla Chiesa Madre.  La Madonna bizantina, trasportata a spalle da figuranti vestiti con abiti d’epoca, che per taglio e foggia ricordano quelli di certi pastori del Presepe napoletano del Settecento, raggiungono l’altare. Il loro incedere lento è accompagnato dalla splendida voce del soprano Giusy Celentano, sia il soprano che i figuranti sono positanesi, gremita la chiesa, “segno di una comunità coesa e partecipe“, come sottolineato dal Sindaco Giuseppe Guida. Possente si rivela ai fedeli l’immagine della posa dell’icona sull’altare di Santa Maria Assunta, echeggia mistica la frase: “Posa, posa”, che per un positanese non è una frase qualunque. “È così che nasce il mito di un popolo, che sull’orgoglio del proprio passato costruisce il proprio futuro“, sono parole di Giuseppe Guida particolarmente felice ieri sera, le sue parole sembrano sposarsi con quelle del filosofo Martin Heidegger: “L’Inizio è ancora. Non è alle nostre spalle, come un evento da lungo tempo passato, ma ci sta di fronte, davanti a noi*”. Il canto del soprano cessa, così come la musica del M°Marianna Meroni all’organo, le luci si spengono, la Madonna nera è ora Sovrana sull’altare che le appartiene da secoli. La regia teatrale di un Ario Avecone prevede un combattimento. Entrano, nella navata centrale come sputati dagli inferi danteschi due soldati, un crociato e un saraceno, combattono ferocemente, gli spadoni rompono il silenzio nella chiesa, sono gli attori Mattia Ruocco e Andrea Sciortino, ci fanno rivivere i combattimenti sulla Spiaggia Grande nell’Anno Mille. Le due figure scompaiono inghiottite dal buio dei secoli, sull’altare ora si intravedono i bozzetti degli scultori Delfo Palumbo e Francesco Cretella, sono in terracotta patinata in bronzo, saranno donati al Comune,  il saraceno alza le mani al cielo, si protegge perché il soldato positanese con un orcio pieno di olio bollente prova a difendere la propria città, versandogli il contenuto addosso: mossa feroce, coraggiosa e disperata, visto che basterebbe una freccia ben indirizzata a fermarlo. Ma non siamo qui a parlare di odio e guerra, questa è la chiesa di Maria e Maria, ci insegna Don Danilo Mansi è rispettata anche dai mussulmani, perché è la madre di quello che loro considerano un profeta: Gesù. Sulla scena avanza Salvatore Esposito (lo ricordiamo splendido protagonista con Tony Sorvillo e Francesco Bentivoglio in “Loro 1” regia di Paolo Sorrentino), da attore teatrale consumato racconta una storia antica quella della nascita di Positano su testi di Ario Avecone, le musiche invece sono del Maestro Simone Martino, imbastire uno spettacolo del genere lavorando tutta l’estate in “Vicoli in Arte” ci dà la cifra della passione loro e di Giulia Talamo in quello che sanno realizzare. Sull’altare si alternano i cantattori Susanna Giordano, Eleonora Esse, Francesco Antignani, Giovanni De Filippi, Danilo Ramon Giannini, tutti veramente bravi, mi immagino, ascoltandoli, quanto sarà ancora più accattivante la loro performance quando, come anticipato dal Sindaco, sarà realizzato, sempre con il contributo della Scabec, nel 2022, uno sbarco dei saraceni speciale, in costumi d’epoca con scenografie e movimenti scenici che nella chiesa non è stato possibile proporre. Infine una chicca, sul grande schermo al centro dell’altare, che in apertura era stato protagonista delle immagini d’epoca della rappresentazione dello sbarco dei saraceni anni Cinquanta del regista Citto Maselli (Istituto Luce), durante la recitazione di Salvatore Esposito, appaiono le creazioni in Sand art di Anna Buonincontri, l’artista con la sabbia, su una lavagna luminosa, trasforma in immagini le parole di Esposito, come a suggerirci che la leggenda che ci viene narrata è scritta sulla spiaggia di Positano ma la sua consistenza è effimera, per questo dobbiamo conservarne memoria, il tempo cancella tutto come la risacca del mare le impronte e si sa: “un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, anche per questo è stata perfetta la collaborazione tra amministrazione comunale e funzionario archeologo Silvia Pacifico, che ha permesso, nella stessa giornata, a turisti e cittadini di visitare gratuitamente la splendida Villa Romana, scoperta alcuni anni fa sotto la Chiesa Madre, che è una vera gemma del patrimonio archeologico italiano. Ma la musica di Simone Martino si è appena spenta che i service sono di nuovo a lavoro. Questa sera, infatti, alle 19:30 a Positano c’è il grande jazz. Sarà infatti la tromba di un gigante come Fabrizio Bosso a riecheggiare in piazza Flavio Gioia con la chitarra di Alessandro Florio. Positano, come ricorda il Primo Cittadino: “Ha dimostrato partecipazione, orgoglio per le proprie radici. Comunità che investe sui giovani e nella cultura che li aiuterà a crescere. Una comunità coesa che ha combattuto questi mesi terribili guardando al futuro sempre con ottimismo sotto lo sguardo vigile della Vergine”.
di Luigi De Rosa

Positano tra storia e leggenda, le foto di Alex Lucibello
Giuseppe Guida, Sindaco di Positano

(Si ringrazia Alessandro Lucibello per le foto)

info Comune di Positano http://comune.positano.sa.it

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