Luigi Russo ricorda don Vittorio Stinca

Ricordo (don) Vittorio, fin da quand’ero bambino, negli anni ’60, d’estate un gruppo di noi ragazzini, condotti dalla sorella, la professoressa Lina, insieme al suo fidanzato Tommaso andavamo a fare il bagno alla spiaggia del Purgatorio a Meta, talvolta si aggregava a noi anche Vittorio all’epoca laico ma già con la vocazione sacerdotale, al momento di congedarci, ricordo ci impartiva sempre la sua personale benedizione.
Durante i pomeriggi trascorsi a casa della professoressa Lina, la loro famiglia abitava nel primo vico Santo Stefano, ricordo che don Vittorio appassionato di musica si sedeva al pianoforte ed eseguiva brani che accompagnavano il nostro studio.
Un bel giorno arrivarono per lui i giorni degli studi teologici a Roma, ogni volta che ritornava a Meta, nel bar Astarita (gestito delle mie zie) ci raccontava interessanti episodi di vita vissuta in seminario e ho ben nitido il ricordo di quando fu ordinato sacerdote a Roma, ad imporgli le mani il Papa polacco in persona, per lui fu ulteriore motivo di grande soddisfazione.
Ritornato in penisola ricoprì vari incarichi, fino a giungere a reggere, per molti anni, la cappella del Rivolo, dove tutti noi della zona, anche lui ascoltavamo la Messa domenicale.
Durante quegli anni, vivacizzò la nostra comunità con numerose iniziative, ricordo la benedizione delle Palme che celebrava nel piazzale davanti al Parco delle Zagare, nella cappellina inoltre recitò Messa e celebrò funzioni religiose fino a pochi anni fa, fu lui a celebrare il battesimo di mia nipote giù nella cappellina del Rivolo.
L’ultima volta che l’ho sentito (per citofono) lo invitai a casa per benedire un’immagine votiva, era l’estate dell’anno scorso, ma declinò l’invito a causa dei gravi problemi fisici.
Don Vittorio è un altro pezzo di “giù Meta” che se ne va, che Dio l’abbia in Gloria, sentite condoglianze alla famiglia.

Luigi Russo

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