Ciclisti pericolosi , ma più per se stessi. Ogni due giorni ne muore uno

Ciclisti pericolosi , ma più per se stessi. Ogni due giorni ne muore uno . L’episodio di Meta in Penisola Sorrentina, dove un ciclista, investendo un uomo, ne ha provocato indirettamente  la morte , riportato da Positanonews , ha fatto il giro del mondo del web, sopratutto in Costa d’ Amalfi e Sorrento dove la nostra testata è un punto di riferimento. Ma sono molte di più le morti in cui sono vittime i ciclisti, investiti da pirati della strada, ricordiamo il recente caso ad Agerola il paese dei Monti Lattari che si affaccia sulla Costiera amalfitana, in una galleria pericolosa, andando oltre la Campania, per le province di Salerno e Napoli di cui ci occupiamo, diamo uno sguardo alle statistiche nazionali.  Ci sono ciclisti imprudenti è vero , ma mancano piste ciclabili e la sicurezza stradale.

Strage di ciclisti sulle strade italiane. Nei primi tre mesi del 2021 ne sono morti 44, uno ogni due giorni, mai cosi tanti negli ultimi anni e nonostante le limitazioni agli spostamenti imposte dal Covid. Ad aggiornare i dati è lo speciale “Osservatorio ciclisti” dell’Associazione sostenitori e amici polizia stradale.

Dopo i 14 decessi di gennaio e i 17 di febbraio, dal 1° al 31 marzo sono rimasti vittime di incidenti 13 ciclisti, 11 uomini e 2 donne, 11 italiani e 2 stranieri.

Nei primi tre mesi del 2019 erano morti 37 ciclisti (in totale in quell’anno ci furono 253 morti tra gli utenti delle due ruote), 33 nei primi tre mesi del 2018 (totale dell’anno 219); mancano i dati del 2020 al momento non ancora comunicati da parte di ACI-Istat.

“L’emergenza Covid e l’introduzione delle limitazioni alla mobilità – premette Giordano Biserni, presidente dell’Asaps – non hanno avuto particolare effetti sui ciclisti, e anche per questa utenza debole permangono gravissimi comportamenti come quello della pirateria stradale”. Da inizio anno sono ben 6 gli episodi con fuga degli autori del sinistro e con le vittime lasciate sul posto: ogni sette sinistri mortali con il coinvolgimento di ciclisti, l’autore fugge almeno in un caso.

Nel solo mese di marzo sono ben 35 i ciclisti ricoverati in codice rosso in prognosi riservata presso gli ospedali di zona, in aumento rispetto ai 29 del mese precedente, in un momento storico in cui le terapie intensive sono già sotto pressione per il Covid-19.

Nessuno dei conducenti al momento del sinistro è risultato alterato alla guida, ma spesso solo i successivi accertamenti medico-legali presso gli ospedali possono dare conferme. Tre sono state le cadute autonome, mentre una delle vittime stava conducendo una bici elettrica.

Analizzando le regioni dove sono avvenuti gli incidenti mortali nel primo trimestre dell’anno, si registra che in Emilia Romagna sono avvenuti ben 11 sinistri mortali (il 25% del totale); a seguire la Lombardia con 6 decessi, il Piemonte con 5, la Puglia con 4, la Campania, il Lazio, l’Abruzzo e la Sicilia con 3. I veicoli investitori di ciclisti nel primo trimestre sono 29 auto, 9 autocarri ed un motociclo.

Sui 44 ciclisti morti tra gennaio e marzo 2021 gli ultra60enni sono stati 21, quasi il 50%, a conferma che le persone più anziane sono quelle più a rischio anche sulle due ruote come per i pedoni. Due i minorenni deceduti, il più piccolo aveva solo 14 anni. Un terzo minorenne è morto il 2 aprile scorso.

“Un ciclista morto ogni due giorni, con le restrizioni alla mobilità è un dato molto preoccupante – sottolinea Biserni – un aumento del 19% rispetto al 2019, ultimo anno di vera libertà di movimento, deve far scattare un campanello d’allarme a livello generale.

Che cosa accadrà nei mesi estivi, quando (si spera) saremo più liberi di circolare, quando torneremo a vivere momenti di spensieratezza, se oggi nei mesi più freddi piangiamo già 44 morti? Le norme che dovrebbero tutelare maggiormente i ciclisti ci sono, ma, forse è proprio la cultura di ogni utente della strada (automobilista e ciclista) che deve cambiare prima che si sia troppo tardi”.

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