Anche Cetara tra i luoghi di Ugo Marano in un film sull’artista della felicità

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Anche Cetara tra i luoghi di Ugo Marano in un film sull’artista della felicità. Ne parla Davide Speranza in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

«L’artista è un personaggio molto amato e molto temuto. Molto amato perché crea magie con il suo lavoro. Molto temuto perché spinge sul futuro, si proietta al futuro producendo gesti di vero presente. Quindi essendo trasgressore della realtà, essendo il signore della rottura dei linguaggi, produce questa doppia emozione». Avete mai sentito suonare un vaso? Un vaso è suono, musica, tempesta emotiva riverberata in frequenze musicali. Così tutta la materia. Anche l’uomo. Gli oggetti della gioia così li chiamava Ugo Marano sono qualcosa di più che oggetti d’arte. Sono spunto di comunione materica tra umano e natura. Nelle parole di Marano si incontrava il sacro fuoco del genio. All’artista nato a Capriglia di Pellezzano, ora viene dedicata una tre giorni (15 ottobre a Salerno, 16 a Cetara, 18 a Pellezzano) durante la quale verrà presentato il video «Ugo Marano, Ego Sum Liber».
Sono dieci anni che il maestro ha lasciato la vita terrena e la cactus filmproduzioni, per la regia di Licio Esposito, ha realizzato un’opera audiovisiva tra documentario, animazione, racconto, reportage, collage fotografico, sulla vita e le opere di quell’uomo che sembrava possedere negli occhi chiari l’acqua del Mediterraneo e nel sorriso la saggezza antica delle montagne carbonatiche. Trait d’union del film è Stefania Mazzola, moglie dell’artista salernitano. È lei a raccontare i silenzi, i luoghi, le ceramiche, i disegni. Lei, romana, artigiana ed ex insegnante in istituti medici psicopedagogici, ha stretto la mano del suo Ugo per 43 anni. «Cetara, Pellezzano, Salerno. Questo è il cerchio in cui si è svolto il suo enorme lavoro, come il suo pensiero, la sua vita racconta la Mazzola Aveva bisogno di questo luogo, di Cetara, con il mare di fronte. Il film è un messaggio d’amore per questi paesi in cui abbiamo vissuto felici, perché voglio gridarlo che abbiamo vissuto 43 anni di felicità. Ci ha fatto crescere come persone. Per Ugo la libertà era condivisione, partecipazione, come diceva Gaber nel suo testo. Il messaggio è che si può essere felici in qualsiasi momento, anche oggi, ma dobbiamo voler essere felici». Il colpo di fulmine avvenne in un luogo di produzione di ceramiche. «Un giorno, in controluce, ho visto l’uomo più bello del mondo ricorda sorridendo la signora Nel giro di 3 mesi ci siamo sposati. Ugo ha portato il paradiso in terra. Lui è stato tutto. Scrittore, mosaicista, scultore, intellettuale, lavorava il vetro si occupava di design, faceva il falegname, il fornaciaio. La sua curiosità era ricercare l’arte dentro di noi, diceva che ognuno ha un talento e chi lo trova sarà felice».
La prima proiezione è prevista oggi alle ore 18 nella Sala dei Marmi del Comune di Salerno. La replica sabato 16 ottobre alle ore 18 nella Sala Mario Benincasa di Cetara e lunedì 18 ottobre alle ore 18 al Cinema Teatro Charlot di Pellezzano. «Un gruppo di amici ha sentito l’urgenza di dedicarsi a Marano spiega il regista Licio Esposito Lo conobbi grazie al mio mentore Giovanni Canton. Una persona che ha anticipato i tempi, un performer che ha parlato con il linguaggio dell’arte». A dicembre sarà pubblicato un libretto che raccoglie materiale dell’archivio di famiglia con un testo a corredo. «L’obiettivo è di portare il video e il libro nelle scuole a partire dal 2022 continua il filmmaker Raccontare Ugo significa raccontare bellezza. Nel video, anche grazie alle voci degli attori Francesca Rondinella e Felice Avella, raccontiamo una storia d’amore grande, due persone che si sono incontrate e hanno attraversato la vita mano nella mano».

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